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"A Gaza Israele ha superato i limiti". Meloni all'Onu
Ieri 25-09-25, 10:19
È stato un discorso a tutto campo quello pronunciato nel corso della notte italiana da Giorgia Meloni all'Assemblea generale dell'Onu in corso a New York. Nel suo discorso, durato circa 16 minuti, la premier ha parlato della drammatica situazione nella Striscia di Gaza, del rinascimento dello Stato palestinese, della guerra tra Russia e Ucraina, di immigrazione e delle politiche green. Diverse le citazioni utilizzate dalla Meloni: quella di Papa Francesco riguardo la "Terza guerra mondiale a pezzi" e quella di San Francesco, "il più italiano dei Santi". Netto il giudizio della premier italiana su quanto sta facendo Israele nella Striscia di Gaza. "La reazione- ha spiegato- deve rispettare il principio di proporzionalità e Israele ha superato quel limite e su questo limite ha finito di infrangere norme umanitarie causando una strage tra civili. Una scelta che l'Italia ha definito inaccettabile e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dall'Ue nei confronti di Israele". Per quanto riguarda il riconoscimento di un futuro Stato palestinese, la Meloni è stata chiara. Quest'ultima ha evidenziato che "Israele non ha il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo". Ma tale riconoscimento deve avere “due condizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina, perché chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato". Allo stesso tempo la Meloni ha invitato Israele ad uscire “dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte”. La premier ha evidenziato che per chiudere un conflitto “servono soluzioni concrete. Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza": Meloni ha rimarcato il ruolo che può giocare il nostro Paese nel conflitto mediorientale garantendo che l'Italia “c'è e ci sarà per chiunque sia disposto a lavorare a un piano serio per il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco permanente, l'esclusione di Hamas da ogni dinamica di governo in Palestina, il graduale ritiro di Israele da Gaza, l'impegno della comunità internazionale nella gestione della fase successiva al cessate il fuoco, fino alla realizzazione della prospettiva dei due Stati". La premier ha anche definito "molto interessanti le proposte che il presidente degli Stati Uniti ha discusso con i paesi arabi in queste ore", dicendosi pronta "ovviamente a dare una mano". Per quanto riguarda la guerra in Europa, la premier ha ribadito la condanna dell'aggressione russa all'Ucraina: "La Russia ha deliberatamente calpestato l'art 2 della carta dell'Onu e ancora oggi non si mostra disponibile a sedere al tavolo della pace con effetti destabilizzanti". La Meloni ha accusato Mosca di aver inferto ferita profonda al diritto internazionale . Nel suo intervento all'Assemblea generale dell'Onu ampio spazio la premier dato anche al tema delle migrazioni. Per la Meloni le convenzioni che regolano la migrazione e l'asilo sono "regole sancite in un'epoca nella quale non esistevano le migrazioni irregolari di massa, e non esistevano i trafficanti di esseri umani". Si tratta, ha detto, di "convenzioni non più attuali in questo contesto che, quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo". La premier ha ricordato che l'Italia ha sollevato questo tema con altri Stati europei, "non ovviamente per abbassare il livello delle garanzie, ma per costruire un sistema che sia al passo con i tempi, capace di tutelare i diritti umani fondamentali, insieme però alla sacrosanta prerogativa di ogni Nazione di proteggere i propri cittadini e i propri confini, esercitare la propria sovranità, e governare il tema della migrazione, che impatta sulle persone, e particolarmente su quelli più fragili". "La comunità internazionale deve unirsi nel contrastare il fenomeno del traffico di esseri umani. Le Nazioni Unite, al pari di altre istituzioni internazionali come l'Unione europea, non possono voltarsi dall'altra parte o finire per tutelare i criminali nel nome di presunti diritti civili", ha rimarcato con forza la premier. Nel passaggio dedicato all'Africa, la presidente del Consiglio ha rilanciato il Piano Mattei, assicurando che non ci sono secondi fini dietro il piano. "Serve anche un nuovo modello di cooperazione tra le Nazioni- ha spiegato-. Ma costruirlo richiede umiltà, consapevolezza, e fiducia nell'interlocutore che si ha di fronte. L'Italia sta cercando di fare la sua parte anche in questo, su tutto con il suo Piano Mattei per l'Africa”. "Noi, a differenza di altri attori, non abbiamo - ha proseguito- secondi fini in Africa. Non ci interessa sfruttare il Continente africano per le ricchissime materie prime che possiede. Ci interessa, invece, che l'Africa prosperi processando le sue risorse, dando lavoro, e una prospettiva, alle sue energie migliori, potendo contare su governi stabili e società dinamiche, e sicure". La Meloni ha poi annunciato la conversione di 235 milioni di debito nei prossimi dieci anni in progetti di sviluppo locale. .Sulla questione ambientale, la premier ha attaccato i “green deal” occidentali che rischiano di produrre "deserto industriale" e penalizzare la classe media. "L'ecologismo insostenibile ha quasi distrutto il settore dell'automobile in Europa, creato problemi negli Stati Uniti, causato perdite di posti di lavoro, appesantito la capacità di competere e depauperato la conoscenza. E ciò che è più paradossale, non ha migliorato lo stato di salute complessivo del nostro pianeta". "Non si tratta, ovviamente di negare il cambiamento climatico - ha proseguito - ma di affermare la ragione, che significa soprattutto neutralità tecnologica, e gradualismo delle riforme in luogo dell'estremismo ideologico".
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