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Agnelli, Paratici e Nedved patteggiano: come finisce il caso plusvalenze per gli ex vertici Juve
Oggi 22-09-25, 20:11
Sono state definite le pene per gli ex vertici della Juventus coinvolti nell'inchiesta Prisma. Oggi, la giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, ha dato il via libera alle richieste di patteggiamento presentate da alcuni ex dirigenti bianconeri. L'ex presidente Andrea Agnelli ha patteggiato la pena di un anno e 8 mesi, l'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici un anno e mezzo mentre l'ex vicepresidente Pavel Nedved ha concordato una pena pari a 1 anno e 2 mesi. Altri due imputati hanno concordato pene a 11 mesi. Per tutti è stato applicato il beneficio della sospensione condizionale della pena. Le accuse, che vanno dall'aggiotaggio alla manipolazione contabile, passando per l'ostruzione all'attività di vigilanza, riguardano operazioni di plusvalenze che la procura aveva definito “sospette” e la gestione degli stipendi dei calciatori nel periodo della pandemia da Covid-19. L'inchiesta, partita da Torino ma poi trasferita a Roma per competenza territoriale, ha coinvolto anche numerosi azionisti e organismi di vigilanza. Circa 200 le parti civili costituite, tra cui l'autorità di controllo Consob e varie associazioni di tutela dei consumatori. Il giudice Gavoni ha anche accolto la richiesta di proscioglimento per Maurizio Arrivabene, avanzata dai pubblici ministeri Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. La Juventus è stata sanzionata con una multa di 156 mila euro e un terzo delle oltre 200 parti civili ha raggiunto un'intesa economica per un ammontare complessivo dei risarcimenti concordati di 1 milione e 80 mila euro. Agnelli ha commentato così la vicenda: “La decisione di avanzare la richiesta di applicazione della pena, sospesa, priva di effetti civili e di sanzioni accessorie, senza riconoscimento di responsabilità, quindi coerente con la mia posizione di innocenza, è stata indubbiamente molto sofferta”. “Dopo aver a lungo riflettuto – ha aggiunto – sono però convinto che rappresenti la scelta più opportuna, considerando che questo procedimento penale, avviato ormai quasi quattro anni fa, si trova ancora nella fase iniziale dell'udienza preliminare e l'alternativa sarebbe stata un limbo destinato a trascinarsi ancora per moltissimo tempo. Avendone quindi oggi l'opportunità, ritengo giusto porre fine a questo lungo periodo nel pieno rispetto delle procedure”. Agnelli ha poi concluso: “Il mio amore per la Juventus resta totale e immutato, così come il mio legame con l'Italia e, in particolare, con Torino, la mia città”. Il club bianconero, da parte sua, ha precisato che “il patteggiamento non comporta alcuna ammissione né riconoscimento di responsabilità. La società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive, ha ritenuto di accedere a tale istituto nel miglior interesse della società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non), ottenendo la definizione della propria posizione processuale in relazione a un procedimento avviato nel novembre 2021 e a vicende ormai risalenti nel tempo”. A seguito del patteggiamento – prosegue il club – “la società sarà tenuta al pagamento di una sanzione pecuniaria di Euro 157 mila”. Le restanti istanze di patteggiamento oggetto di accoglimento – ha concluso la Juve – “prevedono, inoltre, a carico di alcune delle persone fisiche, pene non superiori a 1 anno e 8 mesi – tutte oggetto di sospensione condizionale – e, per le restanti persone fisiche, esclusivamente pene pecuniarie. La decisione del Gup del Tribunale di Roma diventerà definitiva decorso il termine di legge di 15 giorni dalla data di comunicazione alla Procura Generale. La società informa altresì che in tale contesto, alla data odierna, sono stati definiti accordi transattivi con alcune parti civili costituitesi nel procedimento penale tra le quali Consob, le Associazioni dei Consumatori nonché circa un terzo delle altre parti civili”.
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