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Alla Nato repentino cambio di Rutte: “Più soldi per le armi”
03-02-2025, 08:27
Quando arrivano i problemi veri c'è poco spazio per fare i fenomeni: vale soprattutto per le questioni della difesa, della sicurezza e dell'immigrazione. Ecco allora il nuovo Segretario Generale della Nato dire così: «Oltre due terzi dei partner della Nato spendono ora più del 2% in armamenti. Ma dobbiamo investire ancora di più e gli Alleati decideranno nei prossimi mesi» esattamente quanto, «ma posso assicurarvi una cosa: sarà molto, molto, molto più del 2%». Molto: ripetuto non una, non due, ma tre volte. Il punto è che si tratta di quello stesso Mark Rutte che da Primo Ministro dell'Olanda ha tuonato per anni contro ogni deroga alle politiche di bilancio dell'Unione Europa, in nome di un rigore utile solo all'area tedesca (e dintorni), a tutto svantaggio di molti, Italia in primis. Sia chiaro: bene venga il Rutte di adesso, perché aveva torto quello di prima. E sia chiaro anche che questo enorme investimento da attuare il più rapidamente possibile serve a due obiettivi fondamentali: assicurare la capacità europea di essere credibile verso la Russia, in Medio Oriente e nel Mediterraneo e consentire agli americani (in versione Trump) di dedicarsi ai teatri più lontani, in particolare quello orientale dove Cina e India (e molti altri) stanno finanziando colossali programmi di armamento. Insomma anche su questo fronte le anime belle del fronte liberal-progressista ammettono che Donald Trump ha ragione, tanto è vero che il centrista Tusk porta la Polonia in vetta alla classifica europea di spese per la difesa. Qui però c'è un punto da chiarire che riguarda l'Europa (e l'Italia). Noi dobbiamo non solo spendere di più, ma anche spendere meglio, arrivando finalmente a decisioni sull'industria militare (ognuno fin qui si è costruito le sue armi) che non sono più rinviabili. Bene dunque l'accordo italo-tedesco di Leonardo con Rheinmetall per il nuovo carro Phanter KF51, bene le fregate FREEM italo-francesi di Fincantieri e Armaris, bene il caccia di sesta generazione (GCAP-Tempest) italo-anglo-giapponese di Leonardo con BAE Systems e Mitsubishi: ma è troppo poco per essere la svolta. C'è un immenso lavoro da fare sul piano industriale, anche perché tre anni di conflitto in Ucraina stanno riscrivendo tutti i manuali delle guerre future, dove la disponibilità di dati in tempo reale (con buona pace dei pagliacci che criticano Starlink di Elon Musk) diventa perno centrale di ogni strategia. Ci dobbiamo svegliare una volta per tutte, smettendo di pensare di poter giocare un ruolo nel mondo contemporaneo senza l'uso geopolitico della forza: se uno minaccia di spararti, cosa fai, gli sventoli una bandiera arcobaleno e accendi una candela?
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