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Altro che Gaza, tutti in piazza contro l'Occidente. Il commento di Arditti
Oggi 08-06-25, 12:44
Gustoso weekend a sinistra, diviso tra il sabato della manifestazione per Gaza e la domenica referendaria. Due giorni, due impegni, due operazioni a distanza siderale dalle vicende d'interesse concreto degli italiani. Cominciamo dalla manifestazione, che ha riunito a Roma migliaia di persone con due obiettivi ben precisi, uno di carattere internazionale e l'altro tutto italiano. Quello internazionale (ragionato o meno non importa) è riassumibile così: sgomberato il campo da tutte le dichiarazioni retoriche (pace, libertà e l'intero armamentario arcobaleno) resta la poderosa e tafazziana deriva antioccidentale, antieuropea ed anticristiana, che trova nel discorso di Rula Jebreal e nella centralità della parola genocidio il suo senso compiuto. In sostanza la piazza di Roma diventa strumento totalmente funzionale alla guerra scatenata da Hamas, Hezbollah e Iran (per ora) contro Israele, ma che ha Roma, Parigi, Londra e Berlino come vero bersaglio, combinando l'offensiva con la sempre più palese azione provocatoria delle comunità islamiche europee. Coprendosi dietro un pacifismo ridicolo e miope, la Piazza Rossa (con venature pentastellate) di ieri fa quello che non si fa nemmeno in Medio Oriente, dove anzi le nazioni più rappresentative (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar, Egitto, Giordania e, da ultimo, la nuova Siria) lavorano ad una soluzione avendo ben chiaro che il peggior governo israeliano (legittimo pensare male di Netanyahu, non si discute su questo) è mille volte meglio della più piccola cellula di Hamas. La piazza di Roma però si riunisce il 7 giugno parlando (a sproposito) di Gaza, ma lo fa soprattutto perché l'8 giugno (oggi) si vota ai referendum, vissuti come un tentativo di recupero politico e popolare. L'intenzione, cioè, può essere spiegata con un termine caro agli appassionati di biliardo: «Fare filotto». Ma l'operazione non riuscirà, per il semplice fatto che questi referendum (peraltro promossi dal PD contro provvedimenti voluti dal PD alcuni anni fa) non scaldano il cuore degli italiani (giustamente), suonano un po' come cercare di bere una bibita ghiacciata in alta montagna a Natale con cinque gradi sottozero. Il risultato finale, sommando i due fattori, è di una povertà disarmante. Si butta in caciara una tragedia umanitaria, politica e militare che ha origine precisa nella guerra scatenata il 7 ottobre del 2023 dai veri nemici del popolo palestinese, cioè i carnefici di Hamas riempiti di dollari e ketamina dai loro sponsor. E si certifica (ancora una volta) che i referendum sono strumento potenzialmente valido ma concretamente moribondo, per colpa di promotori cinici e maldestri che non guardano al risultato concreto ma soltanto alla propria capacità di mobilitazione. Un grottesco capolavoro, perfetto per il weekend delle tre mazzate prese dalla Norvegia.
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