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Ambra Angiolini con Animenta e Danone per una campagna contro i Dca
26-11-2024, 12:20
MILANO (ITALPRESS) – Una tavola imbandita sotto la quale si nasconde una ragazza rannicchiata e sofferente. Il cibo sembra quasi schiacciarla, ma il problema, in realtà, è altrove. In un posto dentro di lei, nel cuore o nella testa, dove rimbombano pensieri complessi da affrontare: avere paura della vita, di essere inadeguati, di non farcela.“Non è nel cibo il mio disturbo alimentare” è il titolo della campagna di sensibilizzazione presentata presso il Cinema Anteo di Milano davanti a una fitta platea di giornalisti, scolaresche, medici e genitori di pazienti DCA. Fortemente voluta da Ambra Angiolini, che ha ideato e curato la regia dello spot proiettato in anteprima, e realizzata in collaborazione con Animenta e con il contributo di Danone Italia con il brand Nutricia Fortini, la campagna mira a sensibilizzare le persone a comprendere che i DCA non vanno cercati a tavola, non vanno curati a tavola, perchè non sono sicuramente solo questione di cibo. L'intento della campagna, infatti, è quello di rimettere al centro quello che una persona che ne soffre sente, e che ha bisogno di essere affrontato in sedi specialistiche, come hanno sottolineato gli esperti intervenuti nel corso dell'evento.“I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione sono il riflesso di un dolore emotivo profondo”, ha spiegato la dottoressa Eugenia Dozio, dietista clinica esperta di DCA. “Il cibo diventa un modo per affrontare o mascherare sensazioni faticose, traumi non elaborati e sofferenze interiori e trova nel comportamento alimentare una forma di comunicazione silenziosa. Curare tutto questo richiede un approccio che riconosca l'intreccio tra anima, mente e corpo”.La cura passa anche attraverso empatia ed ascolto delle persone che affrontano un percorso di lotta contro i DCA. Come ha testimoniato Ambra Angiolini, che in prima persona ha convissuto per molti anni con un disturbo alimentare, la famiglia ha un'importanza fondamentale per chi ne soffre. La vicinanza e l'ascolto empatico e non giudicante sono un punto di partenza che può fare la differenza a fronte di una manifestazione di una sofferenza profonda e inespressa.E' per rispondere a questa richiesta di aiuto nascosta che Danone Italia, con il suo brand Nutricia Fortini, ha scelto di supportare la campagna “Non è nel cibo il mio disturbo alimentare”: pur essendo Danone un'azienda di Nutrizione è infatti consapevole che il cibo non è la sola cura di una patologia complessa, che richiede invece un approccio multidisciplinare. E' nata così la collaborazione con Animenta, Associazione no profit fondata nel 2021 da Aurora Caporossi che si occupa proprio di sensibilizzare sul tema dei DCA e Ambra Angiolini, che ha dato vita al progetto dei “Laboratori dell'Anima” e allo spot che rappresenta il cuore di questa campagna.“Come azienda crediamo profondamente che le imprese abbiano una responsabilità verso le comunità in cui operano e debbano contribuire concretamente a cause sociali rilevanti”, ha affermato Manuela Borella, Vicepresidente Nutrizione Specializzata Danone Italia e Grecia. “Tramite Nutricia Fortini, abbiamo scelto di supportare la causa dei DCA perchè sappiamo che la nutrizione è solo uno degli elementi del percorso di cura. Queste sono patologie che richiedono un approccio che metta al centro la persona, il suo vissuto, l'anima prima del corpo. Con questa campagna ribadiamo che la lotta ai disturbi del comportamento alimentare necessita un impegno collettivo per riportare l'attenzione su ciò che spesso rimane invisibile e che si cela dietro al malessere”.A queste dichiarazioni si associano quelle di Aurora Caporossi, fondatrice e presidente di Animenta: “E' una campagna che scava nelle emozioni. Abbiamo voluto invitare le persone a sedersi alla nostra tavola, quella che si vede alla fine dello spot, dove non c'è più cibo, ma una serie di paure che provocano una sofferenza complessa. Il nostro obiettivo è creare dialogo e collaborazione con gli enti del terzo settore, oltre che con i professionisti clinici, per far conoscere sempre di più che cosa c'è dietro ai DCA e per contribuire a cambiare la narrativa dei disturbi alimentari”. – Foto ufficio stampa Danone Italia – (ITALPRESS).
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