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Anche Leone XIV fugge dal caldo: ritorno a Castel Gandolfo
Oggi 06-07-25, 10:27
Nel pomeriggio di oggi Leone XIV si trasferirà nella villa pontificia di Castel Gandolfo per un periodo di riposo e vi rimarrà due settimane, fino al 20 luglio. Successivamente il pontefice trascorrerà qualche altro giorno nella residenza estiva dei papi a cavallo di Ferragosto. La notizia era già trapelata dopo la visita a sorpresa che il nuovo Papa aveva compiuto lo scorso 29 maggio e confermata alcuni giorni a seguire dalla sala stampa della Santa Sede. Prevost, che in questi primi due mesi di pontificato non si è risparmiato incontrando tutti i membri della curia romana, ricevendo in udienza decine di Capi di Stato e di governo – tra cui i nostri Mattarella e Meloni – celebrando numerose messe e presiedendo incessantemente tutti i riti del Giubileo che nelle ultime settimane di vita di Bergoglio erano stati delegati ad altri, ha effettivamente bisogno di riposo. Chi lo ha incontrato nei giorni scorsi descrive il Papa come «felice di andare a Castello» e «impaziente di ripristinare una tradizione tanto cara agli abitanti quanto ai papi». Quella tradizione, come ormai risaputo, era stata bruscamente interrotta nel 2013 da Francesco che in dodici anni di papato ha messo piede nella villa pontificia che affaccia sul lago Albano solo una volta, quando andò a trovare il papa emerito Benedetto XVI subito dopo quel traumatico Conclave che elesse il primo pontefice sudamericano della storia e con un altro papa ancora vivo e vegeto. La residenza pontificia che ingloba oltre cinquantacinque ettari di terreno (risultando quindi ancora più vasta dello Stato della Città del Vaticano) nei secoli è stata oggetto di numerose modifiche e ampliamenti comprendendo, dal 1929 in poi, anche la splendida dimora che fu dei principi Barberini. E proprio un Barberini, Urbano VIII, decise, subito dopo la sua elezione avvenuta nel torrido agosto 1623, di lasciare il palazzo papale di Monte Cavallo- l'attuale Quirinale per recarsi laddove la sua stirpe aveva da tempo costruito un casino per fuggire dall'afa romana e dalle pestilenze che da questa derivavano. Da allora, fatta eccezione per il periodo della cosiddetta «questione romana», cioè dalla presa di Roma e la conseguente caduta dello Stato Pontificio nel 1870 fino ai Patti Lateranensi, tutti i pontefici (tranne appunto Leone XIII, Pio X e Benedetto XV) hanno soggiornato per diversi periodi dell'anno in quello che Giovanni Paolo II ha più volte definito il «Vaticano Due». A seguito del Concordato del 1929 con il Regno d'Italia il neocostituito Stato della Città del Vaticano ottenne un'ingente somma, quasi un miliardo di lire dell'epoca, come risarcimento per gli espropri territoriali subìti e gran parte di quei denari furono utilizzati da Pio XI per ricostruire completamente le ville Pontificie di Castel Gandolfo (Papa Ratti acquistò anche la tenuta e il Palazzo Berberini), creare immensi giardini, costruire e popolare di animali una moderna fattoria e impiantare alberi da frutto e viti che per decenni hanno prodotto dell'ottimo vino. Fino a Bergoglio, che decise di dismettere quasi tutto. Non solo Pio XI ha profondamente amato la residenza estiva pontificia tanto da risiedervi per oltre quattro mesi l'anno tra il 1933 e il 1938, ma anche i suoi successori fino a Benedetto XVI si sono sempre recati a Castello con grande piacere. Due di loro, Pio XII nell'ottobre 1958 e Paolo VI nell'agosto 1978, morirono proprio nella camera da letto papale della villa pontificia che è stata annessa al percorso di visita del polo museale voluto da colui che preferiva soggiornare a Santa Marta tutto l'anno. L'intenzione di Leone XIV è di smantellare il museo del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e riportarvi la sua residenza estiva ma quest'anno dovrà soprassedere perché i tempi tecnici per ripristinare gli alloggi pontifici per un Papa eletto da due mesi non lo hanno consentito. Leone risiederà quindi a villa Barberini dove solitamente, durante i soggiorni dei pontefici, alloggiavano i segretari di Stato e i prefetti della Casa pontificia. Prevost prenderà dimora al primo piano, dov'è l'appartamento destinato al cardinale Parolin, e riceverà al piano terreno nelle sale di rappresentanza che in parte ancora conservano gli affreschi commissionati da Maffeo Barberini, quell'Urbano VIII che iniziò la tradizione «castellana» dei papi. Leone XIV avrebbe poi sperato di potersi trasferire definitivamente nell'appartamento del Palazzo Apostolico vaticano al suo rientro a fine luglio ma il protrarsi dei lavori di ristrutturazione dell'immobile dove Francesco non ha voluto vivere non lo consentiranno ancora, procrastinando questo ulteriore ritorno alla tradizione ancora per diverse settimane.
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