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"Antimelonismo viscerale", Verderami denuncia la "cupola di sinistra che diffonde odio"
Oggi 14-09-25, 20:41
L'omicidio di Charlie Kirk negli Stati Uniti fa tornare al centro del dibattito italiano l'odio politico e i pericoli di uno scontro ideologico che degenera in violenza, complici i tanti distinguo che si sono visti nelle ultime ore. A puntare il dito contro la "cupola dei legittimatori" che "avvelena il clima" è Francesco Verderami nel corso di 4 di sera weekend, su Rete 4, domenica 14 settembre. Il principe dei retroscenisti politici, editorialista del Corriere della sera, spiega che c'è una continuità tra "l'anti-berlusconismo viscerale che aveva preso il posto dell'antifascismo" e "l'anti-melonismo viscerale che rievoca il fascismo" che vediamo oggi. Tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni "in mezzo c'è un altro personaggio, è Matteo Renzi che quando divenne Presidente del Consiglio, venne preso di infilata da quella che io definisco una sorta di cupola dei legittimatori, cioè coloro i quali pensano di avere il possesso della fonte della legittimazione. Ed è quello il brodo di cultura nel quale si nota un odio verso coloro i quali non la pensano come loro. E allora facciamo nomi e cognomi: quel brodo di cultura sta a sinistra" attacca Verderami. Per il giornalista questa "cupola si infila nel mondo dello spettacolo, dell'arte, della cultura, del giornalismo. E alla fine avvelena il clima". D'accordo, ma allora artisti e giornalisti non dovrebbero intervenire nel dibattito pubblico? "Io voglio distinguere tra le battaglie politiche e le battaglie culturali - chiarisce Verderami - Sulle battaglie politiche gli scontri verbali sono stati enormi, ma non è questo il problema, i partiti sono legittimati anche a litigare fra di loro. Io penso che ci sia un substrato invece che ancora non ha accettato questo concetto della diversità. Quasi che ci sia una superiorità morale, etica, che garantisce a costoro di chiamare 'pescivendola' la presidente del Consiglio oppure di bastonare, ricordo, Matteo Renzi, presidente del Consiglio e leader del Partito democratico, che venne circondato e poi politicamente fatto fuori anche da quel brodo di cultura di sinistra che non lo riteneva uno dei loro", conclude il giornalista secondo cui la recrudescenza dello scontro che tracima in odio politico che vediamo in questo frangente storico viene da lontano.
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