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Antisemitismo dilagante: il prof fan di Hamas che tifa Hezbollah contro gli ebrei
Oggi 06-07-25, 07:31
«Il martire Qasem Soleimani recita una poesia dedicata al nobile Ali Akbar poco prima che il martire Mostafa Basreddin, comandante militare di Hezbollah, entri nel campo di battaglia in Siria (dove diventerà martire nel 2016)». A ricondividere queste parole nelle proprie storie il 4 di luglio non è un membro di Hamas, ma un professore. Si chiama Lorenzo Maria Pacini e ha un curriculum piuttosto variegato: Professore associato in Filosofia politica e Geopolitica presso l'Università UniCampus HETG di Ginevra da un anno e nove mesi; Professore a contratto con UniDolomiti e SSML San Domenico da quattro anni e cinque mesi oltre a ricoprire il ruolo di delegato presso l'Accademia San Pietro da otto anni e due mesi stando a quanto compare sul proprio profilo LinkedIn, in cui tutte le posizioni attualmente risultano attive, anche se sugli altri social compaiono ulteriori incarichi. Un professore che ha moltissima visibilità: proprio in questi giorni, il 1° luglio, è partito il suo «corso di alta formazione in studi mediorientali», composto da 16 lezioni, da tre ore ciascuna, che si terranno fino a settembre al costo di 450 euro complessivo. Un corso in cui affronta proprio, come si legge nella locandina di presentazione, il tema dei «mass media, propaganda e fake news del Medio Oriente contemporaneo. Il problema dell'integrazione religiosa e politica. Modelli di relazioni internazionali e diplomazia». Ma anche «religione, società e filosofia nel Medio Oriente», «legislazione islamica e sistemi economici islamici». Oltre a insegnare, Pacini è anche un divulgatore piuttosto attivo, facendo il direttore editoriale delle riviste «L'Aristocrazia» e «Idee&Azione» e avendo organizzato nel 2024 «un corso svolto il collaborazione con l'Università popolare di Mosca» con «ospiti a sorpresa per rendere unico l'approfondimento del pensiero del cosiddetto "ideologo di Putin", grande filosofo e politologo le cui teorie sono alla base del cambiamento globale multipolare in atto». Ecco, parliamo di un insegnante che definisce martire Qassem Soleimani, uomo chiave del regime degli ayatollah, considerato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati uno dei militari più sanguinari all'opera nella regione mediorientale. Che apostrofa come martire il comandante militare di Hezbollah, che ha esplicitato il suo programma ideologico in un manifesto del 1985 in cui giurava fedeltà al leader supremo dell'Iran, individuando come obiettivo primario l'annientamento dello Stato israeliano e rendendosi protagonista dell'escalation di violenze contro Israele. Due i loro pilastri: la vicinanza estrema all'Iran e la volontà di radere al suolo gli ebrei. Stato, popolo, religione. Infatti, la frase che Pacini ha condiviso proviene da un gruppo che si chiama «Notizie dall'Iran islamico e rivoluzionario» in cui poche ore fa hanno scritto: «O sionisti! Gente dalle case distrutte! Cosa avete pensato? L'Iran non abbasserà mai la testa davanti a voi!». Una realtà che definisce lo scià di Persia Reza Pahlavi e l'attivista iraniana che si batte in favore dei diritti umani Masih Alinejad «abietti mercenari di Israele» perché hanno espresso immediatamente la loro condanna e condoglianze «il giorno in cui due dipendenti dell'ambasciata del regime genocida israeliano a Washington sono stati uccisi. Tuttavia, questi due mercenari non hanno ancora pronunciato una sola parola di rammarico o solidarietà per la morte di centinaia di civili iraniani assassinati negli attacchi terroristici di Israele», che incita alla violenza contro gli Usa con frasi come «Morte all'America!». Non è forse in linea con il crescente antisemitismo che molti fingono di non vedere?
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