Arresto Sala, cosa vuole nascondere l'Iran. Senaldi: "Situazione complicata"

La giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran con imputazioni che ancora non sono state rese note il 19 dicembre scorso, ma la notizia è stata diffusa dalla Farnesina solo oggi. Il motivo è che "si è cercato di tenere la cosa il più riservato possibile, proprio perché in queste situazioni la riservatezza ti permette di agire per il meglio", commenta Pietro Senaldi nel corso di 4 di sera, su Rete4, venerdì 27 dicembre. Il ministro Antonio Tajani al Tg4 ha spiegato che "ancora non sono chiare le imputazioni che vengono attribuite alla ragazza. Ora cercheremo di fare quello che abbiamo fatto con Alessia Piperno, l'altra giovane italiana arrestata qualche mese fa e che siamo riusciti a riportare a casa. Speriamo di poter fare lo stesso con quest'altra nostra connazionale che è stata fermata qualche giorno prima di Natale", ha detto il vicepremier che ha spiegato che "è dal giorno del fermo che stiamo seguendo la vicenda".  "Vedo tutti impegnati in uno sforzo, però la situazione è complicata", continua il condirettore di Libero, "perché l'iran è un regime, mi auguro che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi in poco tempo però bisogna anche dotarsi di pazienza".    Insomma, Senaldi si dice "piuttosto persuaso e sicuro che finirà bene, ma non so i tempi". Cecilia Sala era in Iran con un visto regolare e tutte le autorizzazioni per svolgere il suo lavoro di giornalista in piena trasparenza. Il regime di Teheran vuol nascondere qualcosa? "Certo, il regime iraniano è una dittatura e una teocrazia" e la repressione delle manifestazioni o contro le donne che non si rifiutano di portare il velo sono realtà, continua Senaldi. L'Iran "è un paese con moltissime ombre, è ovvio che un giornalista che va lì a informare a fare il suo lavoro è visto dal governo iraniano come un nemico e come un disturbatore", è l'amara considerazione del giornalista.   

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