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"Attacco hacker potrebbe colpire anche noi". Blackout: i rischi per l'Italia
Oggi 30-04-25, 09:38
«Non è un attacco hacker, è molto improbabile che lo sia. Tuttavia è presto per trarre conclusioni definitive. Continuano le indagini, ed è giusto così, perché la situazione è molto complessa. I sistemi sono interconnessi e potrebbero aver risentito di determinate attività informatiche, ma al momento non sembra questa l'ipotesi principale». Ne é convinto Alessandro Rugolo, presidente della Società italiana per la diffusione della cultura cyber e delle nuove tecnologie (SICYNT), che commenta il black-out che lunedì ha colpito Spagna e Portogallo. «Ci sono fattori che potrebbero far pensare di sì. Su una rete così complessa, possono effettivamente verificarsi attacchi hacker che hanno ripercussioni su tutta la rete. Per esempio, le reti francesi, spagnole e portoghesi sono tutte collegate: in pratica, tutta Europa è interconnessa, a eccezione di alcune isole. Quindi, se succede qualcosa in una parte della rete, magari collegata a sistemi di controllo digitali, è possibile che ci siano riflessi su tutta la rete. È chiaro che questi sistemi digitali se attaccati possono fornire informazioni sbagliate e chi deve prendere decisioni potrebbe agire su dati errati. Quindi, in teoria, può succedere». Nel tardo pomeriggio di lunedì sono arrivate due pseudo rivendicazioni da parte di gruppi hacker. Chi sono e di che tipo di rivendicazione si tratta? «Se si legge il messaggio sembra più una presa in giro che una rivendicazione. Non è il modo normale di rivendicare un attacco per il gruppo NoName057, affiliato o comunque ritenuto tale, alla Russia. Oggi, qualsiasi cosa accada, viene subito attribuita alla Russia, quindi sembra quasi un'autodenuncia ironica. Ma non ci sono prove a sostegno di questa rivendicazione. Normalmente, chi rivendica un attacco fornisce dettagli tecnici o almeno una minima prova. In questo caso, nulla di tutto ciò. Se fosse stato davvero un attacco da parte di questi gruppi, l'Italia sarebbe a rischio così come Spagna, Germania, Francia meridionale o Portogallo, perché la rete elettrica è interconnessa». Quale sarebbe la motivazione politica verso la Spagna? «Sono tutte supposizioni, però posso dire questo: negli ultimi mesi in Spagna si è parlato della chiusura delle centrali nucleari. Cosa c'entra? Si tratta comunque di un cambiamento nelle reti elettriche e, quindi, anche nei flussi economici legati a quell'energia. C'è una parte della società, gruppi di interesse, magari anche esterni, che non vuole questo cambiamento verso le rinnovabili. Creare incidenti potrebbe supportare o ostacolare una delle due posizioni. Detto questo, secondo me non c'entra nulla in questo caso. Se un'azione come questa fosse stata orchestrata, vorrebbe dire che dietro c'è un gruppo molto potente. Ma ripeto, al momento l'ipotesi cyber mi sembra molto remota, anche se possibile».
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