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Black out alla centrale Zaporizhzhia. Cresce il rischio di incidente nucleare
Ieri 27-09-25, 20:38
È a rischio la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi all'inizio della guerra in Ucraina. L'alimentazione elettrica esterna all'impianto è interrotta da quattro giorni. Un'interruzione record che ha sollevato preoccupazioni per la sicurezza del sito che contiene sei reattori. I generatori di emergenza vengono utilizzati per alimentare i sistemi di raffreddamento dopo che l'ultima linea della corrente che collega l'impianto è stata tagliata sul lato russo alle 16.56 di martedì scorso e non ci sono segnali immediati che verrà riallacciata. Rafael Grossi, direttore generale dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha definito la situazione "profondamente preoccupante". Giovedì ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin ma la situazione non è cambiata. Gli esperti occidentali e i funzionari ucraini temono che il Cremlino stia creando una crisi per consolidare la presa sull'impianto, il più grande d'Europa, e che la Russia stia adottando misure ad alto rischio per accendere almeno un reattore. "È il decimo blackout dell'impianto provocato dai russi”, scrive su X il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha. "La Russia ha realizzato duecento chilometri di linee elettriche per tentare la riconnessione del reattore. La cosa più spaventosa è che gli ingegneri che lavorano a questo piano sono tanto desiderosi di compiacere i loro capi a Mosca da ignorare qualsiasi preoccupazione per la sicurezza nucleare”. I rischi dell'operazione sarebbero altissimi. Gli stress test condotti dalle autorità di regolamentazione europee dopo il disastro di Fukushima, in Giappone, nel 2011, indicano che una centrale nucleare dovrebbe essere in grado di funzionare senza alimentazione esterna per 72 ore. "Oltre questo limite di tempo non è mai stato tentato", hanno affermato fonti ucraine. La Russia ha preso possesso di Zaporizhia nel marzo 2022 e i reattori, un tempo in grado di alimentare quattro milioni di abitazioni, sono stati spenti per motivi di sicurezza. L'Ucraina considera la centrale nucleare di sua proprietà. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto che, dopo il termine del conflitto, siano gli Usa a prenderne il controllo. Vladimir Putin ha affermato di voler riavviare tutti i reattori e collegarli alla rete russa, un'impresa considerata fattibile solo in tempo di pace. In passato l'energia elettrica esterna è stata interrotta a Zaporizhzhia per ben nove volte. L'Aiea ha precisato di aver ricevuto dagli operatori russi la comunicazione che c'è ancora abbastanza gasolio per alimentare i generatori per venti giorni senza rifornimento di carburante. Ma Grossi ha ribattuto che la perdita di energia esterna "aumenta la probabilità di un incidente nucleare". Sette dei 18 generatori disponibili alimentano il raffreddamento in loco, ma se dovessero guastarsi c'è il rischio che il combustibile nucleare nei sei reattori si surriscaldi in modo incontrollato provocando una fusione del nucleo. Una versione di questo scenario si è verificata a Fukushima perché i reattori erano appena entrati in funzione. Un terremoto di magnitudo 9 colpì la costa orientale del Giappone e i reattori caldi vennero automaticamente spenti. I generatori di emergenza continuarono a pompare acqua di raffreddamento attorno al reattore, ma vennero messi fuori uso da uno tsunami che si verificò pochi minuti dopo il sisma. Tre noccioli nucleari della centrale si fusero nel giro di tre giorni. Nessuno perse la vita, ma più di centomila persone dovettero abbandonare casa. Immagini satellitari dell'Ucraina hanno mostrato che gli occupanti russi hanno costruito una diga su un canale di ingresso all'impianto di Zaporizhzhia durante l'estate, per creare una fonte d'acqua sicura. Greenpeace ritiene che sia sufficiente a riavviare uno dei sei reattori. .Una settimana fa Yuriy Chernichuk, direttore della centrale, ha dichiarato che il processo di integrazione nella rete russa è "nelle fasi finali", anche se il riavvio di un reattore nucleare durante una guerra sarebbe senza precedenti. Greenpeace ha chiesto all'Aiea di intervenire sul governo russo per chiedergli di abbandonare il piano visti i rischi che presenta.
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