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Nuovo round su pc e cellulari di Venditti: l'inchiesta bussa a Milano
Oggi 15-11-25, 08:03
Al Riesame il nuovo round tra accusa e difesa per cercare le prove della corruzione sul caso Garlasco nei telefonini. Con la Procura di Brescia che stavolta neppure si presenta all'udienza, convinta di aver depositato un «provvedimento fortemente motivato» al fine di convincere i giudici della Libertà a confermare il sequestro dei dispositivi elettronici, in cui ci sarebbero le prove della corruzione in atti giudiziari, che vede indagati come presunto corrotto l'ex procuratore aggiunto Mario Venditti, il quale avrebbe intascato una tangente per favorire l'archiviazione di Andrea Sempio per l'omicidio di Chiara Poggi nel 2017, e Giuseppe Sempio quale ipotetico corruttore, mentre in mezzo, non inquisiti, restano sotto i riflettori gli allora carabinieri di polizia giudiziaria della Procura di Pavia, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto. Un'assenza, quella dei magistrati bresciani, non certo determinata da un cambio di strategia, come ha voluto far credere la difesa di Venditti dopo che gli ex avvocati di Sempio hanno ammesso di aver intascato i contanti usciti dai conti della famiglia del loro assistito. Anzi, dalle audizioni dei penalisti Federico Soldani, Simone Grassi e Massimo Lovati sarebbero emersi alcuni dettagli in grado di rafforzare l'ipotesi investigativa, che punta anche a individuare i favoreggiatori che hanno passato le carte secretate con la consulenza del Dna sulle unghie della vittima al team di Sempio. Tanto che il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, e la pm Claudia Moregola sono pronti ad ascoltare, nei prossimi giorni, altri testimoni importanti, tra cui l'ex pm Giulia Pezzino, che firmò l'archiviazione con Venditti, e anche l'ex sostituto della Procura generale di Milano Laura Barbaini, colei che ha fatto condannare per il delitto Alberto Stasi e che il 20 dicembre 2016 invia gli atti depositati dalla difesa di Stasi sia a Pavia, per l'avvio dell'indagine contro Sempio, sia sorprendentemente a Brescia, per una revisione che né lei né lo studio Giarda avevano mai avviato. E mentre gli inquirenti non arretrano nemmeno di un millimetro sull'inchiesta per corruzione, né tantomeno su quella che riguarda il Sistema Pavia per la quale sarebbero pronti a ricorrere in Cassazione avverso l'annullamento del Riesame sul sequestro dei dispositivi di Venditti e del pm Paolo Mazza, ieri la difesa dell'ex procuratore aggiunto ha mostrato forte irritazione sia per l'assenza dei pm di Brescia all'udienza del Riesame sia per la decisione dei magistrati di non depositare le sit dei tre avvocati. «Abbiamo solo preso atto di un atteggiamento farisaico dei pubblici ministeri» ha commentato l'avvocato Domenico Aiello, difensore di Venditti. «Il fatto che il pubblico ministero non si sia presentato in udienza ci ha lasciati un po' basiti. Dal mio punto di vista risulta piuttosto evidente che non abbia più nulla da dire ed argomentare», ha aggiunto l'avvocato Giorgia Spiaggi, che invece rappresenta i carabinieri Spoto e Sapone. E ora la parola spetta ai giudici del Riesame, che si pronunceranno lunedì.
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