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Cadono le accuse di Avs contro Sangiuliano. Ma nessuno chiede scusa
09-04-2025, 07:59
Gennaro Sangiuliano non ha commesso alcun reato. E l'esposto di Bonelli & Co, i paladini della legalità che inondano i tribunali con fantasiose accuse al solo fine di attaccare il governo mentre per i loro usano l'immunità, finisce come al solito in un nulla di fatto. Ieri il Tribunale dei ministri, accogliendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma, ha prosciolto l'ex titolare della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dalle accuse di peculato e rivelazione di segreto d'ufficio, in relazione al Boccia-gate, lo scandalo montato ad arte che ha portato l'esponente dell'Esecutivo, travolto dagli attacchi "gossippari" della sinistra per una vicenda che nulla aveva a che vedere con il suo incarico, a rassegnare le dimissioni, il 6 settembre scorso. «Sono stati per me mesi di grande tormento. E sono lieto di aver incontrato dei magistrati professionalmente molto preparati e assolutamente indipendenti», ha commentato a Il Tempo Sangiuliano, vittima di una gogna mediatica andata avanti per mesi a causa del teatrino orchestrato da Maria Rosaria Boccia, la pompeiana che ha dato il via al caso politico contro l'allora ministro, pubblicando sui social storie e documenti sulla nomina "fantasma" a consigliere dei Grandi Eventi. Si sono allora accesi i fari anche sui viaggi e i soggiorni istituzionali tra giugno e agosto scorsi, in cui la Boccia aveva accompagnato il ministro. «Il dottor Sangiuliano ha raccontato per intero la vicenda all'autorità giudiziaria e ora ne esce moralmente a testa alta, come l'unico ministro che si è dimesso per una vicenda personale. Credo che Sangiuliano, con il suo comportamento, abbia dimostrato una grande serietà politica», ha detto l'avvocato Silverio Sica, sottolineando come nel corso dell'inchiesta «eravamo assolutamente sereni». D'altronde la vicenda giudiziaria, nata dall'esposto del parlamentare Angelo Bonelli che faceva riferimento alla «pubblicazione di documenti riservati da parte della Boccia» e all'uso da parte della donna «di mezzi e servizi dello Stato, inclusa l'auto della scorta», è stata approfondita nei molteplici aspetti dal pm di Roma Giulia Guccione e dalla collega Barbara Trotta, titolari del fascicolo, che hanno delegato una serie di indagini ai carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci. Oltre ai documenti acquisiti il 12 ottobre scorso negli uffici del ministero, gli inquirenti hanno setacciato gli atti di otto trasferte in cui Sangiuliano e Boccia avevano partecipato insieme. Tra queste una a Pompei il 3 giugno, a ridosso del G7 della Cultura, o quella a Polignano a Mare di luglio, per una rassegna letteraria. L'obiettivo era quello di verificare che le spese per i viaggi della Boccia non fossero state pagate con i soldi pubblici, come d'altronde aveva sostenuto lo stesso Sangiuliano in un'intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, durante la quale aveva garantito di aver usato la sua carta di credito personale per quei pagamenti. Insomma, quanto aveva detto l'allora ministro agli italiani era vero, come hanno dimostrato gli approfondimenti investigativi. Al termine dei quali la condotta del giornalista è risultata irreprensibile e del tutto estranea alle contestazioni. Nelle scorse settimane i magistrati hanno chiesto al Tribunale dei ministri di prosciogliere Sangiuliano da tutte le accuse. E se si chiude definitivamente il procedimento giudiziario nei confronti dell'ex titolare della Cultura, a piazzale Clodio resta aperto quello parallelo, in cui a essere indagata per stalking, ma non più per minacce a corpo politico, è la Boccia, mentre Sangiuliano è la persona offesa. Dopo il proscioglimento, all'ex ministro è arrivata la solidarietà del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che si è rivolto «all'amico che ha vissuto mesi davvero difficili, segnati da accuse infondate e attacchi ingiusti».
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