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Caos in Campania, spunta De Raho che piace a De Luca. E ora Fico traballa
Oggi 05-05-25, 09:11
La macumba dello Sceriffo sta ottenendo gli effetti desiderati. Una sorta di sortilegio che tiene in ostaggio i «marinai» del campo largo, impedendo loro di prendere il largo nella direzione auspicata. Così, ciò che alla vigilia sembrava quasi automatico, con il passare dei giorni si sta maledettamente complicando. Al Nazareno avevano preparato lo scacco finale: una volta archiviato il Governatore Vincenzo De Luca, le nozze con Giuseppe Conte. Con il conferimento del diritto di scelta: ovvero Roberto Fico, ex Presidente della Camera, da sempre considerato uno di casa. Fumo negli occhi per l'attuale inquilino di Palazzo Santa Lucia, che subito dopo la sentenza della Consulta sul terzo mandato ha iniziato con lena a demolire la candidatura. Fino alla recentissima dichiarazione di guerra: «La Campania non andrà a molluschi o a qualche disoccupato da sistemare». Un riferimento diretto al «filosofo» di Posillipo, esponente del M5S che ha preso le distanze dal padrino Beppe Grillo per stringere un accordo di comodo con l'avvocato di Volturara Appula. Fico, dal canto suo, sta facendo del suo meglio per emergere e accaparrarsi l'agognata fascia di capitano del campo largo, con l'obiettivo di succedere all'ex sindaco di Salerno. Finora i risultati sono scarsi: Giuseppe Conte non ha ancora deciso quale formazione mandare in campo, e nel frattempo anche all'interno del M5S le acque si stanno facendo torbide. In cinque comuni della provincia di Napoli - tra cui Giugliano - i Cinque Stelle hanno deciso di non presentare liste, nonostante le insistite profferte del Pd. Un segnale letto dai più come indice della debolezza della candidatura dell'ex Presidente partenope della Camera. E intanto, nei corridoi di Campo Marzio, oltre alla disponibilità del vicepresidente della Camera Sergio Costa (uomo dai rapporti fluidi con De Luca), ha iniziato a circolare vorticosamente anche il nome di Federico Cafiero De Raho, ex Procuratore nazionale antimafia e deputato a Montecitorio dal 2022. Anche verso di lui, lo Sceriffo ha fatto arrivare segnali rassicuranti: per De Luca, va bene chiunque, purché non sia il «disoccupato» di Posillipo. Del resto, il Presidente uscente è convinto di avere ancora il coltello dalla parte del manico. Non abbastanza consensi per vincere contro tutti, ma abbastanza per far perdere «la ragazza». In perfetto stile Joe Gambardella: «Io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire». L'offerta è stata recapitata sul tavolo del campo largo: condivisione del nome del successore, lista civica a sostegno, qualche assessorato di peso per garantire la continuità e un salvacondotto per il figlio Piero. Una proposta che i pasdaran di Elly disdegnano, puntando tutto proprio su Fico e su un'alleanza blindata con Conte. A rassicurare i vertici è intervenuto anche il plenipotenziario campano del Nazareno, il deputato Marco Sarracino, che anche ieri ha mostrato sicurezza: «Il centrodestra si divide, noi siamo già al lavoro. Le forze riformiste e progressiste saranno unite, determinate e credibili». Ma nel pasticcio all'ombra del Vesuvio, le acque restano agitate. E i nomi nel frullatore continuano ad aumentare. C'è, per esempio, una scuola di pensiero che vede come unica via d'uscita la discesa in campo del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Se la situazione dovesse precipitare davvero, il solo nome capace di tenere insieme Elly e Giuseppi potrebbe essere il suo. L'ex ministro dell'Università, d'altronde, avrebbe anche il vantaggio di lasciare ai 5 Stelle la candidatura per il Capoluogo regionale. Il finale resta ancora tutto da scrivere.
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