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Schiaffoni stile "Amici miei", così Landini frega il Conte MascElly
15-04-2025, 09:18
Tra i due litiganti, il terzo gode. Celebre libretto goldoniano, ma anche saggezza popolare. Che spesso si trasforma in una regola politica quasi matematica. Come nel film andato in onda ieri tra i palazzi della politica romana: un grande protagonista che detta la linea e due fedeli esecutori che chiamano a raccolta e la mettono in pratica. I titoli della locandina sono tutti per Maurizio Landini, il segretario della Cgil, che ha lanciato i referendum. Più in piccolo sfilano i nomi degli attori «minori»: Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ovvero i due sfidanti di un braccio di ferro snervante che dura da mesi. Con una certezza, o un fil rouge che accompagnerà le scene finali del film: se sarà campo largo, le idee e la leadership saranno curate dal numero uno di Corso Italia. Che prima raggiunge il Nazareno per ricevere l'abbraccio della segretaria del Pd. «Siamo felici di contribuire a questa sfida, di utilizzare tutte le nostre articolazioni territoriali per dare una mano a portare le persone a votare e a convincerle che c'è sempre un buon motivo per andare a partecipare», dice Elly Schlein. E per essere ancora più chiara, aggiunge: «Questi referendum ci danno l'occasione di farlo, di dire la nostra, con un voto, di cambiare e migliorare concretamente la qualità della vita delle persone. E questo invitiamo tutti a fare». Sul portone del Nazareno, la segretaria e il leader sindacale si fanno fotografare sorridenti e commentano ai giornalisti. Landini è raggiante: «Ringrazio Elly per questa disponibilità data subito, abbiamo registrato una condivisione molto importante, c'è l'impegno a portare a votare più persone possibile per arrivare al quorum». Poche centinaia di metri, e raggiunge Campo Marzio, lo studio «pubblico» dell'avvocato di Volturara Appula. «L'incontro è andato bene, del resto il presidente Conte era stato firmatario di tutti e quattro i referendum che, come Cgil, abbiamo promosso. E da questo punto di vista hanno dichiarato la loro volontà e il loro impegno a fare una campagna elettorale, a lavorare per invitare le persone a partecipare», spiega uscendo. Giuseppe Conte incassa e, come suo solito, rilancia: «Noi non solo ci saremo, ma stiamo cercando in tutti i modi di contrastare questo piano di riarmo. Ancora oggi abbiamo letto un'intervista di Crosetto che rivendica sempre maggiori investimenti, risorse pubbliche per riarmare l'Italia. Non è questa la nostra priorità». La giornata del grande tessitore finisce in bellezza con l'incontro con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: naturalmente AVS sarà della partita. Il carniere del sindacalista, a fine giornata, è pieno: la gauche de noantri sosterrà i quattro referendum sul lavoro (e il quinto sulla cittadinanza). Tutti per uno, e soprattutto uno per tutti. Un disegno a lunga scadenza, non certo un obiettivo immediato: Elly e Giuseppi dovranno continuare a farsi dispetti, il M5S spingerà all'impazzata sul no al riarmo, il Pd sarà costretto ad andare dietro con minore velocità, a causa dei riformisti. Quando le elezioni si avvicineranno e le tensioni saranno rimaste alte, qualcuno inizierà a chiedersi chi può unire il campo largo. Insomma chi avrà le carte migliori per far andare d'accordo il Nazareno e Campo Marzio. Il momento di Maurizio Landini, il preparatore atletico che potrebbe anche diventare capitano. D'altra parte ha fatto di tutto per fare il pontiere del campo largo: dall'inutile referendum sull'autonomia differenziata al Jobs act. Ovvero la legge scritta nel 2014 dal governo Renzi ed approvata in massa dal Pd. Stravagante che il matrimonio del campo largo avvenga su un tema che ancora divide il partito (mezzo gruppo parlamentare non lo sosterrà). Un messaggio ai naviganti (i riformisti ma anche Italia Viva): così è se vi pare. Insomma un finale scoppiettante: «Il triangolo no, non lo avevo considerato».
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