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Caravaggio a Palazzo Barberini, parla il curatore della mostra: “Al lavoro contro il degrado”
Oggi 13-05-25, 08:05
«Lavoriamo quotidianamente per il bene di questo museo, con il massimo della professionalità e della cura: per noi è quasi una missione, e i risultati ci stanno premiando. Purtroppo, però, su alcuni aspetti non abbiamo alcun potere: tutto quello che in questi casi possiamo fare, e che in effetti facciamo, è vigilare e, nei casi più critici, segnalare». Non si è fatta attendere la risposta di Thomas Clement Salomon – Direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica e co-curatore della mostra “Caravaggio 2025” a Roma – all'articolo apparso ieri su queste pagine, nel quale veniva raccontata la situazione non esattamente ottimale creatasi nei dintorni di Palazzo Barberini, tra parcheggi disordinati, qualche rifiuto di troppo e tracce di un cantiere che inevitabilmente fa a pugni con la bellezza dell'edificio. Direttore Salomon, nel reportage pubblicato ieri da Il Tempo sono state evidenziate tutta un serie di criticità presenti in alcune aree di Palazzo Barberini. Partiamo dalla prima, cioè da quell'«effetto garage» dovuto alle auto parcheggiate in modo disordinato. «Per ciò che riguarda le auto, inizio col dire è che le zone di parcheggio del giardino di Palazzo Barberini sono aree di cui condividiamo la proprietà con altri soggetti privati e sulle quali, dunque, abbiamo un potere d'intervento molto limitato. A questo bisogna poi aggiungere che le auto sul retro entrano da un ingresso non nostro e che i giardini del palazzo sono aperti al pubblico. Dunque può certamente accadere che qualcuno sosti in maniera non proprio consona nei dintorni dell'edificio, ma in nessun caso ciò dipende da noi». Passiamo ora alla seconda questione, quella relativa alla presenza di rifiuti. In che misura dipende dal Museo? «Per la raccolta dei rifiuti vale il discorso appena fatto per i parcheggi. Il decoro e la pulizia sono cose per noi importantissime, e credo si veda: il palazzo e le aree di nostra competenza sono molto pulite. La raccolta vera e propria, però, non dipende direttamente da noi e, inoltre, ci sono anche altri soggetti che usufruiscono dei cestini della zona. Siamo comunque in costante contatto con le figure preposte, alle quali inviamo segnalazioni ogni qual volta riscontriamo criticità». Nell'articolo si fa cenno anche al divieto d'ingresso per i passeggini. Ci può spiegare meglio? «La questione relativa al divieto dell'ingresso per passeggini mi sta molto a cuore e, pertanto, vorrei chiarirla bene. Io stesso ho due figli piccoli e la cosa, dunque, mi tocca anche personalmente: per noi l'accessibilità è una priorità, siamo un museo family friend e infatti accogliamo decine di migliaia di famiglie. Il divieto è legato esclusivamente alle 4 sale dedicate a Caravaggio, e ciò per un banale motivo di forza maggiore: sono purtroppo spazi angusti dalla conformazione non modificabile ed è nostro dovere occuparci delle questioni connesse alla sicurezza, inevitabili quando c'è un afflusso di visitatori importante come nel nostro caso. Per il resto, i passeggini possono accedere tranquillamente in qualunque area del palazzo, sia interna che esterna». Resta un'ultima cosa da chiarire, ovvero quell'esteticamente poco appagante presenza di reti e materiale da cantiere nei pressi dell'edificio. «Abbiamo un cantiere in opera che riguarda il solo prospetto sud, ultimo segmento dei lavori di restauro che stiamo portando avanti per la cura del Palazzo. Mi pare fisiologico, nonché inevitabile, che in un caso come questo possano apparire, per qualche tempo, materiali o tracce di cantiere. Vorrei anche sottolineare, però, che questo restauro è un'opera straordinaria per un patrimonio straordinario, grazie alla quale il Palazzo è oggi tirato a lucido come non lo si vedeva da anni».
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