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Carcinoma mammario: esperti a confronto sull'evoluzione terapeutica tra innovazione, prevenzione e sostenibilità
10-10-2025, 14:45
Si è svolta con una partecipazione attenta e continua la 19ª edizione del convegno “Carcinoma mammario: evoluzione del panorama terapeutico. Opzioni e criteri di scelta” organizzato con la consueta professionalità da Gamma Congressi. L'evento, ormai appuntamento di riferimento nazionale per la comunità oncologica, ha riunito a Capri alcuni dei principali esperti italiani di oncologia e radioterapia per fare il punto sulle più recenti innovazioni nel trattamento del tumore al seno. Il confronto ha toccato i temi più attuali della cura e della ricerca: come la personalizzazione delle terapie, la prevenzione, la comunicazione, l sostenibilità e la multidisciplinarietà, quali elementi chiave di un approccio sempre più umano e integrato. “Rimane straordinariamente importante prevenire, perché se tante persone lo fanno, il beneficio non è solo del singolo, ma anche della collettività,” ha ricordato Cecilia Nisticò, oncologa e responsabile scientifica del convegno. “Prevenire non significa solo fare screening precoci e innovativi, ma associarli a corretti e sani stili di vita - ha aggiunto -. Oggi parliamo anche di medicina personalizzata, che ci permette di adattare la terapia alle caratteristiche biologiche e cliniche di ogni paziente. Ma la strada da fare è ancora tanta, perché dietro ci sono anche temi di sostenibilità ed equità.” Durante il convegno è emerso con forza il ruolo degli stili di vita nel controllo del carcinoma mammario dove i medici intervenuti hanno ribadito che una corretta alimentazione, l'attività fisica costante e la riduzione dei fattori di rischio — come fumo, eccesso di alcol e sedentarietà — rappresentano strumenti concreti di salute pubblica. “La prevenzione per il tumore mammario non essere un gesto occasionale - ha sottolineato ancora Cecilia Nisticò - occorre un approccio continuo, che accompagni la donna lungo tutto il suo percorso di vita, sostenuto da programmi di educazione sanitaria e da una stretta collaborazione tra medici di famiglia, specialisti e istituzioni”. Lucio Fortunato, chirurgo senologo, ha illustrato come la chirurgia senologica si sia evoluta verso approcci più conservativi e rispettosi dell'identità femminile: “Il futuro della chirurgia senologica è conservare, non togliere. Oggi possiamo unire l'efficacia oncologica con la salvaguardia del seno grazie alle tecniche oncoplastiche e alla valutazione intraoperatoria del linfonodo sentinella, che riduce gli interventi inutili. La chirurgia non è più solo un gesto tecnico, ma parte di un percorso condiviso con oncologi, radioterapisti e psicologi”. Anche Pier Carlo Gentile, radioterapista ha posto l'accento sulla trasformazione della radioterapia sempre più precisa sicura e breve: “La radioterapia di oggi è precisa, sicura e sempre più breve. Con le nuove tecniche di ipofrazionamento possiamo completare i trattamenti in pochi giorni, mantenendo l'efficacia e riducendo gli effetti collaterali. È un cambiamento che migliora la qualità di vita delle pazienti e ottimizza le risorse sanitarie. Ma è fondamentale che queste innovazioni siano disponibili in modo uniforme su tutto il territorio”. Sul fronte farmacologico, l'oncologo Paolo Pronzato ha analizzato i progressi ottenuti con le nuove terapie sistemiche: “Abbiamo a disposizione farmaci a bersaglio molecolare — dagli anti-HER2 agli inibitori di CDK4/6 fino ai PARP inibitori per le pazienti BRCA-mutate — che ci permettono di personalizzare il trattamento in base al profilo biologico del tumore. Anche l'immunoterapia sta aprendo scenari promettenti, ma serve una selezione accurata delle pazienti e una riflessione sulla sostenibilità e sull'equità di accesso alle nuove cure”. Un tema trasversale che ha toccato i differenti gruppi di lavoro è stato quello della comunicazione, intesa sia nel rapporto tra medico e paziente sia all'interno del gruppo di lavoro multidisciplinare. In molti degli interventi si è sottolineato come una comunicazione chiara, empatica e continua sia fondamentale per rafforzare la fiducia, migliorare l'adesione alle terapie e contrastare il rischio di medicina difensiva, che può indebolire il rapporto di cura e rallentare le decisioni cliniche. Allo stesso tempo è stata ribadita l'importanza della comunicazione tra professionisti, elemento chiave delle Breast Unit, per garantire percorsi condivisi, decisioni tempestive e strategie terapeutiche realmente personalizzate. “Il dialogo tra i professionisti è la prima forma di cura,” ha concluso Cecilia Nisticò, richiamando il valore della collaborazione tra oncologi, chirurghi, radioterapisti, genetisti, anatomopatologi e psico-oncologi come base del modello multidisciplinare. Solo una rete oncologica efficiente e una sinergia tra ospedale, territorio e istituzioni potranno garantire a ogni donna l'accesso alle migliori opportunità terapeutiche - dalla prevenzione alla diagnosi precoce, dal trattamento al follow-up - con un'attenzione costante alla qualità di vita e alla relazione di cura. Molti degli interventi hanno confermato una visione condivisa: la cura del carcinoma mammario è sempre più personalizzata, tecnologica, comunicativa e umanizzata, in una visione sostenibile ed equa.
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