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Carl Brave lancia la sfida: "Guardo al passato per ripartire da zero"
07-05-2025, 21:54
Carl Brave ricomincia da zero. Si guarda indietro con la voglia di riscoprire la sincerità e la verità degli esordi. È venuto nell'edicola degli artisti de Il Tempo per parlare del suo nuovo album «Notti Brave Amarcord» e del singolo con Sarah Toscano (Guarda la video intervista) Carl Brave, da «Migrazione» sono passati due anni. Cos'è successo nel frattempo? «Ho lavorato sia a questo disco che ad altri progetti. Ho fatto elettronica e qualche viaggio per cercare l'ispirazione. Sono andato in Giappone e in Marocco dove ho lavorato anche con gente del posto. Poi ho preso tutta l'ispirazione e l'ho unita a quella romana. Questo disco è nato così». Le nuove canzoni sono un viaggio indietro nel tempo. In lei c'è nostalgia? «È un disco in cui ricomincio da zero. Volevo ritrovare la sincerità che hai all'inizio con il primo progetto, quando fai tutto in modo istintivo e senza regole. Qui ho voluto fare la stessa cosa ma con l'esperienza di oggi. Mi sono sentito totalmente libero. Le strutture non sono quelle classiche: strofa e ritornello. Ho composto strofe lunghissime con uno special oppure due ritornelli all'inizio dei brani. È un disco che guarda al passato ed è autobiografico. Ho cercato di disegnare un quadretto in bianco e nero che guarda indietro. La maggior parte dei suoni sono in reverse. Il topic è passato e nostalgia». Cosa le manca di più del suo passato? «L'amicizia e la comitiva. Ma mi rendo conto che ora non sarebbe più la stessa cosa. Prima c'era tanto tempo libero e la testa era nell'aria. Adesso siamo più quadrati». L'album sembra un ponte tra il rap delle origini e sonorità elettroniche più sperimentali. È d'accordo? «Sì. Ho cercato di fare una cosa diversa. Per questo l'ho definito un nuovo inizio. Molto rap con le batterie e poi suoni elettronici aperti che riportano all'indietro. È un disco senza featuring perché volevo che il linguaggio fosse solo mio e un feat avrebbe rovinato la storia. Però ci sono molti cori per richiamare il passato e la mia vita corale, piena di gente e amici». Nelle sue canzoni Roma è sempre molto presente. Perché? «È la location dove ho vissuto. Per dire la verità devi raccontare dove sono avvenute le cose. E il mio posto è Roma». Com'è cambiata Roma in questi anni? «Non so se sono io che sono cambiato. Mi sembra sia la stessa ma, invece di starci io, sono altre persone a vivere le situazioni. Io sono passato a un altro step, un'altra fase». Pensando ad artisti come zio alla mia natura solare e colorata e creare una contrapposizione col resto del disco. Una parentesi allegra e spensierata. Così è nata “Perfect”». A proposito di Sanremo, le piacerebbe salire sul palco dell'Ariston? «Non mi piace stare sotto la lente di ingrandimento tra i gossip. Ma capisco che Sanremo è un evento che ti può far arrivare a un'infinità di persone e ti può portare a fare gli stadi e quello mi piacerebbe. Ti può far fare il botto e ora in Italia è la più grande spinta musicale esistente. Non ho alcuna preclusione». Come giudica i talent? «Amore e odio. Hanno pro e contro. Anche quella è una vetrina incredibile. Poi sta a te capire dove andare a parare. Di contro ti dà quella botta di celebrità che può anche finire subito. Dipende da te ma è una grande possibilità e non va sprecata. Se esageri c'è il rischio di fare come Icaro a cui si sciolgono le ali. Se, invece, riesci ad avere una visione artistica allora crei una fetta di pubblico che ti segue e la accresci». Perché le piace così tanto collaborare con altri artisti? «Dagli altri ho sempre cercato di prendere cose che non ho. In questo disco, invece, non mi serviva aggiungere ma arrivare a un quadretto che fosse mio e basta. È un disco che parla di me. È solo la mia verità».
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