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"Carrai fuori dalla Regione perché console di Israele". L'odio antisemita del M5s
Oggi 06-06-25, 07:37
Per carità al bando l'antisemitismo», spergiurano Elly Schlein, Giuseppe Conte e la coppia Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Un dato di fatto per i leader giallorossi impegnati domani nel corteo pro Gaza a Roma, che qualche volta vacilla. Ad esempio, ieri il M5S toscano ha depositato un question time urgente in Consiglio Regionale per chiedere l'allontanamento di Marco Carrai dalla presidenza della Fondazione pediatrica Meyer. Perché? L'imprenditore fiorentino, agli occhi dei pentastellati, ha una responsabilità insopportabile: «È console onorario di Israele». Quindi, per il partito di Conte, in qualche misura è necessariamente “complice” del governo di Netanyahu. Aggiunge la consigliera regionale Irene Galletti: «La richiesta del M5S arriva a pochi giorni dalla presentazione di una mozione, seguita anche da una simile presentata dalla maggioranza, che chiede l'interruzione dei rapporti istituzionali tra la Regione Toscana e il Governo israeliano». Già, nel frattempo, il governatore Eugenio Giani, che domenica scorsa si era limitato a chiedere al Governo il riconoscimento della Palestina, è stato colto da un raptus di “captatio benevolentiae” nei confronti del Nazareno. Pressato dalle richieste, il Presidente ha dato il via libera alle mozioni (del Pd e del M5S) che chiedono di interrompere le relazioni con Israele. Come hanno già fatto i suoi colleghi Emiliano e de Pascale in Puglia e in Emilia Romagna, vigorosamente applauditi da Elly Schlein, La richiesta di un passo indietro al Presidente della Fondazione Meyer è per gli ex grillini un'inevitabile conseguenza. C'è un però che fa la differenza: Marco Carrai, a Firenze e in Toscana, non è esattamente un signor nessuno. Anzi, è un amico di infanzia (ed in passato stretto collaboratore) di Matteo Renzi, ex consigliere comunale della Margherita, imprenditore molto stimato, che ricopre il ruolo di presidente di Toscana aeroporti. È naturale anche che abbia ed abbia avuto strette relazioni con almeno due generazioni di amministratori del Pd (con Renzi e dopo Renzi), fu anche amministratore delegato della partecipata Firenze Parcheggi. Per questo, l'iniziativa del M5S è destinata a far scalpore e contemporaneamente a cadere nel vuoto. Per di più non è la prima volta che Carrai subisce attacchi; ad aprile una serie di sigle dell'arcipelago pro Pal avevano chiesto le sue dimissioni. Tra le associazioni firmatarie anche Assopacepalestina, presieduta proprio dall'ex eurodeputata di Rifondazione Comunista Luisa Morgantini, che sarà oratrice ufficiale domani dal palco con la kefiah di piazza San Giovanni. L'anno scorso invece proprio davanti all'ospedale pediatrico fiorentino furono affissi manifesti con la sua faccia e la scritta “sionista”. A metterli furono i Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo), e la Procura del capoluogo toscano apri' un'inchiesta per istigazione alla discriminazione razziale. Il divieto ad personam scagliato contro Carrai ( stavolta da parte di un partito) supera il confine, per la verità assai labile, del risentimento contro il governo israeliano e rischia di inserirsi nel tragico filone della "caccia" all'ebreo o all'amico dell'ebreo. Intanto, il Pd tace, i principali esponenti del partito non commentano: «Indelicato attaccare i 5 Stelle in questa fase, meglio il silenzio. Eppure le possibilità di stringere un accordo elettorale in vista delle Regionali si riducono di giorno in giorno». Il partito di Giuseppe Conte fa di conto: abbracciare Eugenio Giani con la sua maggioranza (con dentro Italia Viva) presenta un costo troppo oneroso: non fare eletti. Meglio restare in minoranza a pungolare i quasi amici del Pd, scommettendo su un maggior bottino elettorale. Con il rischio calcolato di incassare la preferenza del variegato fronte Pro Pal: centri sociali, frange estreme, nuovi e vecchi contestatori. Insomma quello che succede a Firenze: «rimuoviamo Marco Carrai perché è console di Israele».
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