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Caso Pifferi, psicologhe e avvocato della madre killer rischiano il processo: ecco perché
09-05-2025, 10:38
La procura di Milano ha chiesto il processo nell'inchiesta bis sulle psicologhe di Alessia Pifferi. Il pm ha chiesto al gip di rinviare a giudizio 6 persone, fra cui la legale della 38enne condannata all'ergastolo per l'omicidio della figlia Diana di 18 mesi, l'avvocato Alessia Pontenani, il consulente psichiatrico della difesa, Marco Garbarini, le psicologhe del carcere San Vittore, Paola Guerzoni e Letizia Marazzi, e altre due professioniste, Federica Martinetti, Maria Fiorella Gazale con l'accusa di aver contribuito a un «piano» per aiutare la donna, che abbandonò una settimana in casa la piccola trovata morta il 19 luglio 2022, a sviare indagini e processo fingendo di essere «affetta da un ritardo mentale grave» per evitare almeno l'ergastolo. Stralciata la posizione di un'altra professionista inizialmente indagata, Veronica Nisticò, che ha chiesto di accedere alla messa alla prova. Le ipotesi di reato sono a vario titolo di favoreggiamento, false dichiarazioni all'autorità giudiziaria, falsa testimonianza, falso in atto pubblico e falso commesso da incaricati di pubblico servizio. Secondo le indagini sarebbe stato attestato «falsamente» in una relazione del 3 maggio 2023 come Pifferi avesse un «quoziente intellettivo» di 40 e quindi un «deficit grave, al limite inferiore di questo livello (pertanto tra grave e gravissimo)», con «scarsa comprensione delle relazioni di causa ed effetto e delle conseguenze delle proprie azioni» e annotati falsi «colloqui» nel «diario clinico» della 38enne in carcere. «È la mia pianta che ha un QI di 40» ironizza una collega delle imputate, estranea all'indagine, in una frase agli atti dell'inchiesta. Secondo il pm, le azioni sarebbero servite a creare i «presupposti clinici» per somministrare a Pifferi il test psicologico di Wais predisponendo «protocolli» con «i punteggi già inseriti». Il tutto con l'obiettivo di farle avere la «agognata perizia psichiatrica» nel processo per l'omicidio della figlia, morta di stenti, poi disposta dalla Corte d'assise e che attesterà la capacità di intendere e di volere della madre. La procura ha messo in discussione l'intera veridicità degli atti depositati dalla difesa nel processo Pifferi. Come la consulenza di parte del 10 settembre 2023, a firma di Garbarini, con una diagnosi di «disturbo dello sviluppo intellettivo moderato» e conseguente «vizio parziale di mente». La compagna di cella di Pifferi, la «mantide della Brianza» Tiziana Morandi (condannata in appello a 14 anni e 5 mesi per aver circuito e narcotizzato con benzodiazepine 9 uomini tra i 27 e gli 83 anni) ha raccontato agli inquirenti che in più occasioni le avrebbe detto «non possiamo più parlare di niente, devo fare la mongoloide perché ci sono cimici dappertutto».
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