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Caso Ramy, spunta un nuovo audio. Così i carabinieri provarono a salvarlo
22-01-2025, 08:51
Spunta un altro audio nell'inchiesta sulla morte del ragazzo Ramy Elgaml, morto al termine di un inseguimento con i carabinieri, dopo che il suo amico Fares Bouzidi, che guidava lo scooter, non si è fermato all'alt dei militari a Milano. Sono da poco passate le 4 del 24 novembre 2023. I sanitari del 118 milanese rispondono a una chiamata. «Emergenza sanitaria?». Dall'altro capo c'è uno dei carabinieri che hanno partecipato all'inseguimento dello scooter su cui viaggiavano Ramy Elgaml e Fares Bouzidi, terminato in via Ripamonti, con la morte del ragazzo di 19 anni. «Siamo i carabinieri del nucleo radiomobile da Ripamonti, abbiamo qua due ragazzi a terra incoscienti, ci servono subito un'automedica e un'ambulanza. Non reagiscono e non rispondono». Gli operatori del servizio sanitario li rassicurano (in precedenza c'era già stata una telefonata alla centrale). «Allora stanno arrivando sia l'ambulanza che l'auto l'infermieristica. Cosa è successo lì? Perché non abbiamo grandi informazioni». I carabinieri: «È successo che questi due ragazzi sono scappati con il Tmax e sono caduti sul marciapiede». Qui si sente la parola «colpa» pronunciata da un carabiniere, ma il contesto che l'accompagna non è chiaro mentre si capisce la frase che segue: «Non rispondono», riferita ai due feriti. E continua ancora la telefonata tra i militari e gli operatori del 118. «Svegli?». Domandano dalla centrale. «No..uno sì e uno no». «Sono a terra entrambi?». «Si». «Stiamo arrivando in forze: automedica, auto infermieristica e anche le ambulanze. Solo una cosa: quello che è per terra sta respirando o no?». «Lo stiamo massaggiando», rispondono i carabinieri. «Ah lo state massaggiando». «Eh sì». E a quel punto l'operatore 118 chiede al militare al telefono: «Passami chi sta massaggiando. Ti metto in viva voce? È in arresto cardiaco?». Il carabiniere risponde: «Sembra che non è cosciente». «Allora si fermi un attimo che la guido io. Perfetto gli dia un pizzicotto tra collo e spalla e mi dica se fa qualcosa o no». Ma la risposta è stata «nessuna reazione». «La pancia si muove, respira?». «No». «Nel dubbio le dò indicazioni e ritmo per il massaggio cardiaco dicono dal 118 - Avete fatto il corso per il defibrillatore e la rianimazione?». «Si». «Avete il defibrillatore?». «No». «Non c'è problema, i mezzi sono vicini. Continuate con il massaggio cardiaco». «Sto facendo da almeno cinque minuti il massaggio cardiaco, se resta con noi al telefono è meglio». L'operatore gli dà alcune indicazioni e il ritmo per il massaggio. «L'automedica arriva entro un paio di minuti. Resto al telefono con voi finché non arrivano i medici. Sta continuando il massaggio? Uno, due, tre, bravo continua così, il ritmo è perfetto». Il carabiniere chiede: «Dov'è l'automedica?». «In Corvetto, l'autoinfermeriestica è su via Ripamonti, dovresti vederla e sentirla». «Si sente la sirena delle ambulanze». «Vi lascio con il tecnico e l'infermiere», è il congedo dell'operatore del 118 al militare. Si tratta di un audio che dimostrerebbe ancora una volta come i carabinieri hanno tentato di tutto per salvare la vita al ragazzo che ha perso la vita. Un documento che si aggiunge ai video che sono stati esaminati dagli investigatori della Polizia locale diMilano che in una informativa depositata in procura hanno stabilito che non ci sarebbero stati contatti tra la «gazzella» e lo scooter dei due ragazzi che sono scappati all'alt. Molti infatti i video nelle mani degli inquirenti. Oltre a quelli delle telecamere di videosorveglianza acquisiti lungo i chilometri di inseguimento, anche quello della bodycam di uno dei carabinieri, sentito come testimone dai pm, che hanno ribadito che i militari non hanno violato nessun regolamento, esistendo solo linee guida dettate dal codice di procedura penale per l'attività di polizia giudiziaria, e non un vero complesso di norme sulle procedure da seguire in caso di fughe sospette.
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