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Cassese: "La relazione del Massimario sul decreto sicurezza è uno spreco di intelligenza"
Oggi 03-07-25, 13:29
«Mi riesce difficile giudicare la posizione delle opposizioni, sia perché si tratta di tante così contraddittorie voci, sia perché temo che nessuno dei suoi membri abbia avuto tempo per leggere le 128 pagine della Relazione». È questo il commento del più noto costituzionalista italiano, Sabino Cassese, a cui abbiamo chiesto un parere sulla relazione del Massimario, che si è espresso in senso negativo sul decreto sicurezza, rilevando criticità di «metodo» e di «merito». Un intervento che lo stesso Guardasigilli vede come «improprio, perché l'Ufficio del Massimario ha competenza solo nel raccogliere le massime di giurisprudenza, in modo da fornire anche ai giudici di merito un'adeguata informazione e un indirizzo possibilmente omogeneo. Questo è un oltraggio al Parlamento». Come valuta il giudizio del Massimario? Perché tutti dicono che è la Cassazione a essersi espressa? È corretto? «Le 128 pagine di cui consta la “Relazione sull'attività normativa” del 23 giugno, numero 33, relativa alle disposizioni urgenti in materia di sicurezza, sono un autentico spreco di intelligenza. Ci si sono dedicate sei componenti dei circa 80 dell'Ufficio del Massimario, facendo un esame analitico di un provvedimento normativo, nonostante che l'Ufficio del Massimario non sia né l'ufficio studi del Parlamento, né l'ufficio studi della Corte costituzionale. Il Massimario ha valutato un provvedimento normativo che è passato attraverso l'esame del Parlamento ed è stato oggetto di ampi Dossier preparati dagli eccellenti Servizi studi dei due rami del Parlamento. Non è sottoposto in questo momento a un esame di costituzionalità della Corte costituzionale che, però, a sua volta, ha un eccellente Servizio studi. C'è da chiedersi quindi perché validissimi giuristi destinino tempo e intelligenza alla raccolta di tutte le possibili critiche di una legge, svolgendo un compito già affrontato a monte e che potrebbe essere eventualmente affrontato a valle dalla Corte costituzionale». Quindi si tratta solo di un parere o di una bocciatura alla legge? «Come ho appena detto, si tratta di una relazione puramente conoscitiva redatta da magistrati, ma in una funzione non giudicante, alcuni dei quali si sono già espressi, su pubblicazioni di carattere vario e talora in senso critico, nei confronti del testo. Non è la Cassazione che si è espressa, magli autori che hanno firmato il testo, componenti di un ufficio interno, il cui compito fondamentale non riguarda le leggi, come si evince dalla determinazione dei compiti dello stesso Ufficio del Massimario». Ritiene che l'intervento sia stato appropriato? «Un giudizio di appropriatezza è difficile perché bisognerebbe stabilire in base a quali parametri deve essere stabilita l'appropriatezza. Gli studiosi stranieri che esaminano il ruolo del sistema giudiziario in Italia sono concordi nel giudicare molto negativamente l'uso, invalso in Italia, di trarre dalle sentenze delle “massime”, che in molti casi tradiscono la decisione “massimata” e che gli studiosi e i giudici italiani attenti non leggono perché sanno che la decisione giudiziaria va letta dall'inizio e alla fine. Quindi, la prima considerazione da fare è che l'Ufficio del Massimario è un ufficio superfluo, che storicamente si è prestato ad altri fini, principale quello di consentire a magistrati che dovrebbero impegnarsi nell'attività giudiziaria di svolgere attività di studio e di essere assegnati a una sede romana. Posso solo immaginare quello che direbbe Tocqueville, critico della “passion des places”, di questo ufficio del Massimario». La seconda considerazione? «Un altro giudizio di appropriatezza si potrebbe esprimere chiedendosi se sia opportuno dedicare persone tanto esperte all'esame non della giurisprudenza, compito primario, ma della legislazione, visto quello che ho detto prima, e cioè che il Massimario non è né l'ufficio studi del Parlamento, né l'ufficio studi della Corte costituzionale. Un terzo giudizio di appropriatezza potrebbe esprimersi chiedendosi quale sia il carico di lavoro del Massimario e se tante preziose energie sarebbero state meglio usate per accelerare quei processi che in Italia ritardano per anni e dànno luogo a un arretrato di milioni di cause». Eppure, le opposizioni da subito hanno parlato di flop del Governo... «Mi riesce difficile giudicare la posizione delle opposizioni, sia perché si tratta di tante e così contraddittorie voci, sia perché temo che nessuno dei suoi membri abbia avuto tempo per leggere le 128 pagine della Relazione».
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