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Cecchettin ai trapper: “Stop ai testi sessisti”. Melozzi: “Lasciate stare l'arte”
Oggi 01-05-25, 18:47
Le parole delle canzoni possono favorire la violenza. Ne è convinto Gino Cecchettin, il papà di Giulia, la ragazza che nel 2023 è stata uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. Rivolgendosi al mondo della musica, Cecchettin ha invitato gli artisti a "evitare gli stereotipi, la romanticizzazione della violenza o linguaggi tossici nei testi delle canzoni". Un messaggio, questo, che è finito al centro del dibattito e di cui si è discusso anche nel backstage del Concertone del Primo maggio. "Cosa ne penso? Mi dispiace, ma sono assolutamente in disaccordo. Non abbiamo mai crocifisso Dario Argento quando in 'Suspiria' parlava di ammazzare le bambine. Né nessuno ha mai immaginato di ammazzarne perché ha visto il film", ha scandito Enrico Melozzi, celebre direttore d'orchestra e artista. "Mi rendo conto che il problema c'è", ha detto, ma "lasciate stare l'arte, perché è ridicolo che in 'Shining' di Kubrick una donna viene inseguita con un'accetta, è un'opera d'arte. Però se in una canzone si dice putt*** è una tragedia. È una grandissima speculazione", ha tuonato il maestro d'orchestra.
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