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Cecilia Sala: "Dormo per terra e mi hanno tolto gli occhiali, fate presto"
02-01-2025, 09:03
I dettagli filtrati dalle telefonate che ieri Cecilia Sala ha fatto ai genitori e al compagno e collega Daniele Raineri, sono tutt'altro che rassicuranti e le informazioni che arrivano dalla cella del carcere di Evin (in Iran), dove la reporter italiana viene tenuta in regime di isolamento per aver "violato le leggi della Repubblica islamica", contribuiscono a delineare i confini di una detenzione indegna. Alla giornalista del Foglio e di Chora Media è riservato lo stesso trattamento delle prigioniere politiche che affollano le celle della struttura penitenziaria simbolo della repressione della Repubblica islamica. Altro che garanzie "totali". Cecilia Sala, stando a quanto lei stessa ha raccontato ai suoi cari, dorme per terra, sul pavimento della cella angusta e ha solo una coperta per riscaldarsi. Lo riportano stamattina Repubblica e Corriere della Sera. L'Italia, che ieri con una nota verbale ha chiesto al governo iraniano la "liberazione immediata" della reporter, ha sperato che la 29enne fosse trattata in maniera diversa rispetto agli altri detenuti della nota struttura di massima sicurezza e aveva fatto pervenire alle autorità un pacco con i beni di prima necessità. Un pacco che, però, non sarebbe mai arrivato. Lo ha testimoniato la giornalista stessa nel corso dei contatti telefonici con la madre, il padre e il compagno. "Fate presto", ha ripetuto. Non solo: Sala ha anche riportato che le hanno confiscato gli occhiali da vista. E intanto si accumulano le testimonianze sulle dure e stringenti regole del carcere di Evin. Solamente qualche giorno fa, Elahe Ejbari, studentessa iraniana scappata in Germania e detenuta tre mesi nella struttura, anche lei in isolamento, diceva al Corriere: "Nella mia cella singola non c'era il materasso, né il cuscino, ma solo due coperte. Morivo di freddo. Non c'erano finestre. Non avevo libri, penne, nulla. Se dovevo andare in bagno, bussavo alla porta. Le guardie non arrivavano mai. A volte ho aspettato ore. Cercavo di stare vigile e non perdere la lucidità".
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