s

Celestini Campanari (Aig): "Un viaggio per educare i giovani al Ricordo"
Ieri 27-06-25, 19:31
«Viaggio del Ricordo», da Trieste a Ragusa di Dalmazia, passando per Pola, Fiume, Zara e Spalato. È questo l'itinerario dell'iniziativa promossa dall'Agenzia Italiana per la Gioventù (AIG), in attuazione delle indicazioni contenute nell'Atto di indirizzo del ministro dello Sport Andrea Abodi. Il progetto, che ha coinvolto 65 ragazzi tra i 18 e i 25 anni, «contribuisce alla trasmissione della memoria storica alle nuove generazioni». Ne abbiamo parlato con il Presidente dell'AIG, Federica Celestini Campanari. Presidente, perché è importante che siano proprio i giovani a confrontarsi con la memoria dell'esodo giuliano-dalmata e delle foibe? «Questa è una pagina della storia italiana che per molto tempo è stata volutamente dimenticata. È fondamentale che questa tragedia venga raccontata e si faccia sensibilizzazione proprio con chi, oggi, si approccia a diventare parte attiva della società. L'obiettivo è educare alla consapevolezza storica, alla verità e al rispetto dell'identità nazionale». Il viaggio attraversa luoghi di grande impatto. Cosa si aspetta dai ragazzi che partecipano? «Siamo stati sui luoghi della memoria della Shoah ed è stato molto toccante vedere la reazione dei giovani. Mi aspetto di vivere un'esperienza simile. I ragazzi potranno toccare con mano il dolore di un popolo e vedere con i propri occhi luoghi simbolo della nostra memoria. Faremo tappa al Sacrario Militare di Re di Puglia, alla Foiba di Basovizza e alla Risiera di San Sabba». Il progetto parte da Roma, dal quartiere Giuliano-Dalmata. Perché cominciare proprio da lì? «Quel quartiere fu costruito per accogliere gli esuli. È un luogo carico di memoria viva, abitato ancora oggi da figli e nipoti. Ci sono dei fatti importanti che raccontano dell'accoglienza non sempre positiva. Roma ospitò chi da un giorno all'altro dovette abbandonare tutto». Questo viaggio è parte di una risposta al disincanto giovanile? «È sicuramente una risposta concreta alle aspettative che i giovani hanno di poter conoscere, di poter partecipare. La nostra scelta è quella di dedicarci ad aspetti che spesso vengono trascurati. E lo facciamo con temi storici, culturali oltre che con i presidi sociali sul territorio». A Caivano, presto anche a Palermo, avete promosso le “Cittadelle della Legalità”. Quanto è importante educare al rispetto? «Ci impegniamo a promuovere la cultura della legalità e il contrasto alle mafie. Per anni abbiamo assistito al totale abbandono di queste città, oggi lo Stato sta cercando di tornare a essere presente. Nelle scuole spieghiamo che un futuro c'è, come cittadini liberi e impegnati».
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Il Tempo
Ieri, 21:42
La Cassazione smonta il dl Sicurezza: dubbi di costituzionalità. Nordio è incredulo
Il Tempo
Ieri, 20:47
Ceccardi "Europa promuova programma de-nuclearizzazione Iran"
Il Tempo
Ieri, 20:45