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Centri sociali e “antifa” mettono a ferro e fuoco Milano contro il Remigration summit
Oggi 18-05-25, 07:38
Milano sotto assedio, messa a ferro e fuoco da anarchici e centri sociali. Con il pretesto di manifestare contro il «Remigration Summit» i soliti noti hanno provocato scontri e disordine, con lanci di bombe carta ad altezza uomo. «In democrazia non bisogna avere paura di nulla, anche di idee che possono apparire molto forti», così Matteo Piantedosi aveva risposto alle polemiche sul vertice promosso dagli ultranazionalisti europei. Dopo gli scontri però il titolare degli Interni ha sottolineato come «i soliti professionisti del disordine, con il pretesto di manifestare contro il Remigration Summit, hanno provocato scontri contro le forze di polizia presenti». Matteo Salvini dal suo profilo Instagram ha parlato di «teppisti di sinistra. Mentre la Lega assegna più potere e mezzi alle forze dell'ordine, il Pd spesso legalizza centri sociali e tace sulla violenza. Voi da che parte state?». Nel capoluogo lombardo è accaduto ciò che ci si aspettava: odio, intolleranza e tensioni con le forze dell'ordine hanno contraddistinto le contro-manifestazioni indette dai finti democratici. A Piazza San Babila circa settanta sigle tra associazioni, partiti di sinistra e sindacati si sono riunite sotto la guida di Elly Schlein e Maurizio Landini: ad aprire il corteo è stato il gruppo musicale «Modena City Ramblers» con Bella Ciao. La Segretaria del Pd è salita sul palco e ha letto l'articolo tre della Costituzione per poi esclamare «evviva l'Italia antifascista. Ora e sempre Resistenza». Chiara Braga del Pd l'ha definita «una bella manifestazione contro la peggiore destra». Da Largo Caprioli è partita l'adunata antifa capeggiata da centri sociali e anarchici, scesi in piazza non per protestare ma con l'obiettivo di aggredire gli agenti e creare disordine in città. Migliaia di facinorosi, arrivati anche dall'estero, si sono raccolti dietro lo slogan «Make Europe Antifa Again» e hanno sfilato per le vie del centro passando da via Boccaccio e raggiungendo via Mario Pagano. La polizia si è schierata in tenuta antisommossa in via del Burchiello, bloccando l'accesso al grande slargo accanto l'area verde di Pagano. Nel corso del corteo si sono registrati numerosi tafferugli e gli agenti hanno dovuto adoperare lacrimogeni e idranti per contenere la folla. Petardi, bottiglie e diversi oggetti atti ad offendere sono stati utilizzati dagli antagonisti per cercare di forzare i cordoni ed esprimere il proprio dissenso. A formare le prime linee c'erano giovani col viso coperto e con indosso caschi raffiguranti una stella rossa. «Una scena indegna. Chi sono davvero gli estremisti? Coloro che organizzano un incontro pacifico in un teatro o chi scatena la guerriglia urbana, armato di pietre e petardi contro servitori dello Stato? È sempre la stessa storia: violenze premeditate e impunità garantita dall'indifferenza complice della sinistra parlamentare, che continua a chiudere gli occhi di fronte a queste vergogne», ha commentato la vicesegretaria della Lega Silvia Sardone. E Angelo Bonelli, Avs, attacca: «Il problema è il ministro degli Interni Piantedosi, che strizza l'occhio ai neonazisti». Ma a smentirlo sono i fatti: il «Remigration Summit» si è svolto privatamente e pacificamente all'interno del Teatro Condominio di Gallarate mentre coloro che si ergono a esportatori di pace hanno umiliato il senso della democrazia. Un cortocircuito che riflette il vero volto Dem e invita a interrogarsi su chi siano i veri estremisti al giorno d'oggi. Nessuna condanna da parte di Landini, Fratoianni, Schlein e compagni; così il silenzio d'appoggio alle frange più estreme smaschera chi dovrebbe dare l'esempio. E a chi vuole imporre il bavaglio la destra risponde con la forza delle idee e si riorganizza per affrontare le sfide del domani, lasciando l'odio a chi non ha più argomenti.
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