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Chi ha silurato davvero Prodi. La pista della talpa porta al Nazareno
28-03-2025, 07:38
Un po' come nelle inchieste di Hercule Poirot, il cerchio si sta chiudendo intorno ai principali indiziati. L'oggetto dell'indagine è il video andato in onda sul talk di Giovanni Floris a Dimartedì. Quello ripreso dall'angolatura perfetta per smentire la debole difesa di Romano Prodi. E che alla fine lo costringe a scusarsi con la giornalista di Quarta Repubblica Lavinia Orefici. Vittima di un suo attacco collerico durante un'intervista all'Auditorium, con tanto di capelli tirati. “Un gesto affettuoso da nonno”, la prima versione del Professore. Quel video arriva al la7, tre giorni dopo i fatti: e questo è il primo indizio. Perché una pausa così lunga e perché proprio a Giovanni Floris, anchorman da sempre molto amico della sinistra? Chi lo ha girato o comunque chi prende la decisione di offrirlo a Dimartedi? Serve un passo indietro: torniamo all'Auditorium, è sabato mattina, giornata centrale di una rassegna culturale molto affollata. Il fondatore dell'Ulivo viene fermato dai cronisti prima di mezzogiorno, «ma che cavolo mi chiede?». Alle 11 dello stesso giorno, il suo pupillo, Ernesto Maria Ruffini, presenta il suo pamphlet, “Più uno”, proprio insieme a Giovanni Floris, per dire della coincidenza. Alle 12 lo stesso ex presidente del Consiglio è atteso all'incontro con Massimo Giannini sulla loro ultima fatica: «Il dovere della speranza». Le sorprese del calendario non finiscono qui: alle 12,30 infatti l'ex portavoce del ministro Roberto Speranza, Nicola Del Duce, è in altra sala per raccontare “Nel palazzo bianco”, la cronaca degli anni del Covid visti dalle stanze del ministero della salute. Con un'ospite eccellente: l'eurodeputata, nonché storico volto Rai, Lucia Annunziata. Ne consegue che l'atrio dell'Auditorium a quell'ora di sabato è una sorta di assemblea del Pd. Da una parte gli amici di Prodi, dall'altra gli alleati di Elly Schlein. Chi può aver avuto interesse a far uscire in prima serata la ripresa inconfutabile dello ‘scivolone' del Professore? L'investigatore belga uscito dalla penna geniale di Agata Christie faceva lavorare le sue ‘cellule grigie': c'è un Pd che reagisce subito all'offesa subita dal suo padre nobile e si schiera con lui ed un Pd che per giorni e giorni sta muto. Nel primo cerchio, Enrico Letta (e i riformisti) che a caldo lancia il suo hashtag, “iostoconRomano”, nel secondo la maggioranza di Elly Schlein. Che proprio il giorno prima si era dilungata sul ‘patriarcato' del vecchio Pd. E che con il passare delle ore, e delle polemiche, ha guardato con sempre maggiore sospetto al passo falso del Professore. Anche perché il fondatore dell'Ulivo è una costante spina nel fianco per il nuovo Pd: sulla politica internazionale, sull'esigenza di costruire un cespuglio moderato da affiancare al campo largo, troppo spostato a sinistra. Così nelle ultime ore, i sospetti si sono posati con sempre maggiore insistenza sull'appuntamento che sabato era in cartellone alle 12.30, quello con Nicola Del Duce, storico portavoce di Articolo 1, la sfortunata creatura di Pier Luigi Bersani, ora tornato nel Pd. La "manina" che ha passato il video "incriminato" sarebbe passata da quella sala, (piena di amici di Flavio Alivernini, l'uomo della comunicazione dem), con un duplice obiettivo. Ingraziarsi una trasmissione ambita a sinistra, fare implicitamente un favore alla segretaria dem, ponendo fine a un episodio increscioso, che iniziava ad essere attenzionato anche al Nazareno. Ultimo ma non per importanza: mandare fuori strada l' "ingombrante" padre nobile. Con la pretesa di continuare a dettare legge sulla politica internazionale ed europea (“il Re Arm Ue è ancora troppo prudente”), oltre che mettere becco con sempre maggiore insistenza sull'alleanza da schierare per sfidare Giorgia Meloni. Insomma un esempio di scuola, «prendere due piccioni con una fava». Un' ipotesi che imbarazza il Pd: i "sospettati" negano indignati, uno sgarbo di questa natura a Romano da queste parti può ancora essere una macchia indelebile sul curriculum. Se si fanno certe cose, poi è meglio non raccontarle in giro. Intanto la polemica è continuata anche ieri. Con l'ex capogruppo dem a Montecitorio, Debora Serracchiani, intervenuta a difesa di Prodi prima di Dimartedi che si giustifica: «Dieci ore dopo la mia dichiarazione, la scena della 'tirata di capelli' viene trasmessa per la prima volta nel programma serale di Floris. Io, come chiunque, la vedo in quel momento. Non prima. Eppure sui social sono stata insultata». Morale? «Romano ha sbagliato e hafatto bene a scusarsi. Ma chi oggi finge di difendere una donna insultandone un'altra è complice di una doppia morale che fa male». A mettere il sigillo alle voci malevoli sulla "manina" dem, l'intervista a La Stampa della vice presidente dell'assemblea nazionale Chiara Gribaudo, una fedelissima di Elly. «Il maschilismo nel Pd purtroppo non è scomparso: è vivo e lotta in mezzo a noi», il suo preciso atto di accusa. Prodi? «L'ex premier è un punto di riferimento imprescindibile della storia del centrosinistra italiano, ma mi ha stupito quel gesto». Non proprio positivamente, si presume. Insomma, più che un nuovo caso sull'Orient Express, un altro congresso del Pd, combattuto con mezzi poco ortodossi. Da non raccontare.
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