s
Ci mancava la lezione sull'accoglienza di tal Soumahoro
06-06-2024, 07:30
È impossibile per un uomo imparare ciò che crede di sapere già. La massima del filosofo greco Epitteto casca come un abito sartoriale sull'ultima surreale "uscita" di Aboubakar Soumahoro. Il deputato ivoriano ha preso carta e penna (o una più moderna tastiera) e ha buttato giù due o tre suggerimenti per il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che, c'è da immaginarselo, non aspettava altro. Il nativo di Bétroulilié si è voluto ergere a super esperto della materia. Una serie di direttive e di strade da seguire sul tema del giorno, sulle modifiche ad alcune norme per limitare gli sbarchi di immigrati provenienti dall'Africa e sulla gestione, nella massima efficienza, della presenza di stranieri nel nostro territorio. «Che la Presidente Meloni, dopo 22 anni di Bossi-Fini, abbia scoperto che è proprio questa norma, fortemente voluta dalla destra, a creare illegalità è senz'altro una buona notizia. Se la Presidente vuole veramente risolvere il problema, e non fare solamente propaganda politica, allora la sfido a sostenere la mia proposta di legge nata dall'ascolto delle associazioni e dalle reti dei migranti che, oltre ad abolire la Bossi-Fini, supera il click day, prevedendo il rilascio del permesso di soggiorno per ricerca di lavoro in modo costante. È inoltre urgente regolarizzare tutti i migranti già presenti nel nostro paese». Il fenomeno di Aboubakar Soumahoro può essere descritto come la sintesi dialettica perfetta dell'anatomia di una caduta. Lui, bracciante agricolo che diventa sindacalista, in difesa dei suoi fratelli africani, sfruttati dai crudeli latifondisti italiani. Moglie e suocera hanno una cooperativa che si occupa proprio di migranti, lui entra in Parlamento con gli stivali sporchi di fango (lodato dai paladini del politicamente corretto da una sequenza impressionante di articoli e fondi di giornale), e brilla fino al fragoroso salto nel vuoto. Sia chiaro, il leader di Italia Plurale, il nuovo partito da lui stesso fondato due settimane fa, non è mai stato indagato né coinvolto nell'inchiesta della Procura di Latina. Che, al contrario, ha deciso il rinvio a giudizio per la moglie Liliane Murekatete, la madre Marie Therese Mukamitsindo e i fratelli Michel Rukundo, Richard Mutangana e Aline Mutesi. Secondo la tesi accusatoria, gli imputati avrebbero distratto fondi erogati e destinati inizialmente all'accoglienza dei migranti. Tanto che nei mesi scorsi il gip di Latina aveva disposto un sequestro per quasi due milioni di euro. Val la pena di ricordare che, quando l'inchiesta finì su tutti i giornali, la magica coppia formata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, con la medesima velocità con la quale aveva dipinto Aboubakar Soumahoro come un moderno Don Chisciotte, dopo un iniziale tentennamento lo aveva poi gettato dal burrone del monte Taigeto senza complimenti. Cercando, con scarsi risultati per altro, di far credere che quella candidatura si fosse generata in maniera del tutto autonoma, quasi per miracolo. Ieri Aboubakar Soumahoro è tornato, con la penna rossa in mano, a voler insegnare alla destra come si supera la datata Bossi-Fini. Nonostante una zona oscura che veleggia sulla coop della sua famiglia. Una serie di ombre, che non implicano responsabilità legali, ma che, ad oggi, non sono ancora state dipanate.
CONTINUA A LEGGERE
13
0
0
Guarda anche
Il Tempo
11:57
Difendiamo Israele, qui si gioca il futuro del nostro mondo
Il Tempo
11:42
#iltempodioshø
Il Tempo
10:00