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Cisint contro il niqab e la "discriminazione al contrario": "Serve una legge"
08-02-2025, 12:57
Il caso dell'istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone, dove cinque ragazze islamiche fanno lezione con il niqab (il velo integrale che lascia scoperti solamente gli occhi), ha riportato al centro dell'attenzione della politica e della stampa il problema dell'integrazione. "Ora più che mai serve che l'Italia faccia sentire la sua voce a difesa dei nostri valori fondamentali, a partire dal principio di eguaglianza e di parità fra uomo e donna. E deve farlo per tutelare la dignità, la storia e anche la credibilità del nostro Paese con una nuova legge che vieti definitivamente l'uso del velo integrale e che punisca severamente chi, preferendo la sharia all'ordinamento nazionale, impone la copertura del volto magari alle proprie figlie o alla propria moglie. Sul tavolo già c'è una proposta di legge ed è quella della Lega, presentata e depositata al Parlamento qualche settimana fa, poco prima che i media nazionali e la politica tutta – tranne l'On. Soumahoro che è venuto nella mia città ad esprimere solidarietà alla comunità musulmana – si accorgesse che in Italia c'è un problema: la 'sub-cultura' patriarcale di diverse comunità islamiche, che a causa del buonismo e del politicamente corretto della sinistra sta dilagando anche nelle nostre scuole", ha dichiarato l'ex sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint. Quello di Monfalcone "non è un caso singolo e non è una novità, io lo denuncio da anni e per questo sono sempre stata dipinta come una razzista e sono pure sotto scorta per gli insulti e gravi minacce ricevute dal mondo islamico che non accetta che una donna come lo sono io, da Sindaco, potesse pretendere il rispetto della legalità e dei valori occidentali. Voglio ricordare anche il recente caso della scuola di Mestre, dove si è tentato di imporre ai bambini bengalesi un corso di 'lingua madre' in classe, alle elementari, rei di aver imparato troppo bene l'italiano, secondo la comunità bengalese locale", ha continuato l'eurodeputata della Lega. Il nodo sta proprio nelle scuole, "da dove arrivano molto forti i segnali della necessità di dover intervenire urgentemente se non vogliamo demolire nel prossimo futuro tutto ciò per cui i nostri padri hanno combattuto". "Lo dico anche forte dei racconti delle ragazze italiane che incontro, che si sentono discriminate al contrario: 'perché io non posso indossare la minigonna e andare in classe vestita come credo mentre alle compagne bengalesi è permesso indossare per finti motivi religiosi il Niqab?' questo è il pensiero di molte giovani donne che non riescono a comprendere tale differenza di trattamento. Per chi dice che non è necessaria un nuovo intervento normativo, riprendo le parole del Ministro Valditara, con cui ho un dialogo costante e che proprio in queste ore ci siamo confrontati sull'esigenza di intervenire con una norma che superi la legge sull'antiterrorismo del 1975, che con la dicitura “salvo giustificato motivo” e le conseguenti interpretazioni della giurisprudenza ha fornito alibi per escludere il velo integrale dal divieto. Ora serve una legge che, sì, ponga l'attenzione sulla riconoscibilità e la sicurezza, ma che trovi nuovo fondamento dietro il rispetto dei principi fondamentali del nostro ordinamento", ha aggiunto.
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