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Clamoroso flop di Vendola e Avs in Puglia: fuori dal Consiglio regionale
Oggi 25-11-25, 08:09
Doveva rappresentare il ritorno sulla scena politica pugliese. Si è trasformata, invece, in una delle sorprese più amare e clamorose di queste elezioni regionali. Nonostante quasi diecimila preferenze personali – 6.600 solo nel capoluogo – Nichi Vendola resterà fuori dal nuovo Consiglio regionale. L'ex presidente della Regione, volto storico della sinistra pugliese, è il grande escluso di questa tornata. La delusione, nel quartier generale di Alleanza Verdi e Sinistra, è palpabile. Vendola segue i dati al telefono, controlla e ricontrolla, ma il verdetto non cambia: alla lista mancano i voti necessari per superare la soglia utile. La legge elettorale pugliese, che calcola il 4% sugli elettori che votano i candidati governatori e non sulle coalizioni, penalizza il partito e ne azzera la rappresentanza. Uno scherzo del destino, visto che quella normativa risale proprio agli anni in cui lui guidava la Regione. La nuova assemblea sarà dominata dal centrosinistra di Antonio Decaro, che porta a casa 29 seggi più quello del presidente. Il Partito Democratico fa la parte del leone, conquistandone 14. Bene anche la lista civica del neo governatore con 7 eletti, seguita da Per la Puglia e Movimento 5 Stelle, entrambi con quattro rappresentanti. All'opposizione spettano 20 poltrone più quella del candidato presidente Lobuono: Fratelli d'Italia ottiene 11 seggi, Forza Italia 5, la Lega 4. Il risultato di Avs, invece, è lontanissimo dalle aspettative: niente eletti. In campagna elettorale si parlava persino di un possibile 8%; alla prova delle urne è arrivata una frenata che ha tagliato fuori persino il nome più noto della lista. Ma oltre alla matematica della legge regionale, a penalizzare Vendola è stato anche un preciso incastro politico. Nei mesi scorsi, quando si negoziavano le candidature, Decaro aveva posto un veto chiaro: nessun posto per Vendola né per Emiliano. Con il governatore uscente si arrivò a un compromesso, con un futuro ruolo romano garantito; con il fondatore di Avs, ricorda il Corriere della Sera, l'accordo non fu possibile. La reazione del sindaco di Bari è stata una costruzione molto accorta delle proprie liste: dentro, in ogni collegio, ha attratto figure cresciute politicamente nell'orbita vendoliana, sottraendo voti alla sinistra ecologista senza clamore ma in modo chirurgico. Una dispersione minima, ma sufficiente ad impedire l'elezione dell'ex presidente. L'esclusione rende ora più incerta la prospettiva di un rientro in Parlamento, obiettivo che Vendola guardava con interesse in vista delle Politiche previste tra circa un anno e mezzo. «Siamo reduci da un lungo periodo lontani dalle istituzioni regionali e paghiamo tutto in un solo colpo», il commento che non nasconde la delusione. Nonostante l'amaro in bocca, l'ex governatore cerca di mantenere toni distesi nei confronti del vincitore: «Auguro a Decaro buon lavoro», dice, cercando di smorzare le interpretazioni più polemiche. Resta, però, l'immagine di una sconfitta fragorosa: il politico che per anni ha rappresentato la sinistra pugliese esce di scena schiacciato da una legge elettorale ostica e da una strategia politica che lo ha isolato. Un tramonto consumato in poche ore di scrutinio.
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