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Claudio Gugerotti, il cardinale diplomatico. Ecco chi è l'italiano che cresce nel Conclave
Oggi 24-04-25, 09:11
Nelle ultime ore sta emergendo fortemente un nuovo nome tra i papabili (e anche stavolta tra i cardinali italiani), quello di Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali dal 21 novembre 2022 fino alla morte di Papa Francesco. Personaggio poco noto al grande pubblico, è invece un prelato molto apprezzato in Vaticano, soprattutto perché, oltre alle varie qualità che gli vengono riconosciute, ha un valore aggiunto che manca alla quasi totalità degli attuali elettori: quello di essere stato reiteratamente promosso da tutti e tre gli ultimi pontefici. Creato cardinale nel Concistoro indetto da Bergoglio il 30 settembre 2023, Gugerotti è stato però nominato vescovo e poi elevato al rango di arcivescovo addirittura da Giovanni Paolo II. All'epoca, correva l'anno 2001, il presule originario di Verona aveva appena 46 anni, diventando uno dei vescovi più giovani al mondo. Wojtyla, grande scopritore di talenti e inventore di carriere, aveva individuato nel presule veneto con due lauree conseguite alla Ca' Foscari di Venezia uno spiccato talento diplomatico, inviandolo come Nunzio Apostolico in Georgia e Armenia, attribuendogli contestualmente anche la nunziatura in Azerbaigian. Benedetto XVI, che apprezzava le doti di Gugerotti e si fidava ciecamente delle scelte operate dal predecessore, nel 2011 decise di spostarlo in un altro Paese in cui la Santa Sede aveva bisogno di un Ambasciatore di talento: la Bielorussia. A Minsk Gugerotti resta quattro anni, perché il nuovo Papa Jorge Mario Bergoglio, nel 2015, lo ritiene la persona giusta da inviare in Ucraina, soprattutto dopo le tensioni politiche e diplomatiche internazionali causate dalla rivoluzione di Maidan dell'anno precedente. Dopo Kiev, Bergoglio lo promuove ancora una volta, inviandolo nel 2020 come Nunzio Apostolico a Londra, una delle cosiddette nunziature "di prima classe", quelle sedi diplomatiche storicamente considerate l'anticamera per il cardinalato. E la berretta rossa, in effetti, arriva presto, come detto, nel Concistoro del 2023. Ma prima Francesco ha una sorpresa in serbo per l'arcivescovo Claudio Gugerotti. Dopo tanta diplomazia all'estero, nel 2022 il Papa lo chiama accanto a sé nel governo centrale della Chiesa, affidandogli uno dei più prestigiosi dicasteri della Curia Romana, quello per le Chiese Orientali, attribuendogli contestualmente anche il titolo di Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Orientale. Il cardinale Gugerotti, oggi sessantanovenne, ha un curriculum di tutto rispetto che per certi versi ricorda quello di Angelo Giuseppe Roncalli. Il futuro Papa Buono fu infatti inviato da Pio XI prima come Visitatore Apostolico in Bulgaria per poi essere promosso Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Anche per Roncalli, la fine della carriera diplomatica fu in una nunziatura di prima classe, quella di Parigi, dove Pio XII lo inviò nel 1944 e dove rimase fino al 1953, quando ottenne la porpora cardinalizia. Per lui, Pacelli aveva progetti diversi da quelli di Francesco per Gugerotti. E mentre per quest'ultimo, come detto, si sono aperte le porte della Curia, Roncalli fu nominato Patriarca di Venezia. E cosa accadde alla morte di Pio XII è impresso nella storia. E proprio ieri, intercettato dai cronisti in Piazza San Pietro, alle domande se «si aspetta un conclave lungo o breve» e «in che modo si sta preparando», ha risposto: «Mi aspetto la volontà di Dio, e lo faccio pregando». Che sia proprio Claudio Gugerotti quel Giovanni XXIV che Bergoglio ha più volte evocato come suo successore?
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