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Colpo di scena sul processo a Turetta: la decisione della Procura Generale stupisce tutti
Oggi 06-11-25, 16:12
La Procura Generale presso la Corte d'Appello di Venezia ha deciso di rinunciare all'impugnazione contro la condanna all'ergastolo di Filippo Turetta. Lo rendono noto Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani, legali della famiglia di Giulia Cecchettin, uccisa a 22 anni l'11 novembre 2023. "Una scelta che, a seguito della rinuncia all'appello da parte dell'imputato Filippo Turetta, riteniamo coerente, giusta e pienamente condivisibile", spiegano in una nota. "Infatti, la rinuncia dell'imputato rende definitiva la sentenza di primo grado e cristallizza, senza più margini di dubbio, la sussistenza dell'aggravante della premeditazione: tra le circostanze più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento. Un'aggravante che assume un significato ancora più drammatico in una vicenda omicidiaria caratterizzata, di fatto, da motivi abietti, arcaici e spregevoli, espressione di una visione distorta del legame affettivo e di un'idea di possesso che nulla ha a che fare con l'amore e il rispetto. La famiglia Cecchettin ha affrontato ogni fase del processo con dolore profondo, ma anche con straordinaria dignità. Oggi sente l'esigenza di voltare pagina, di interrompere quel circuito giudiziario che, inevitabilmente, continuava a riaprire la ferita. Con la definitiva affermazione delle gravissime responsabilità dell'imputato Filippo Turetta, resta ora un impegno essenziale: trasformare il dolore in consapevolezza, affinché la società - a partire dai più giovani - possa riconoscere, prevenire e contrastare le radici profonde della violenza di genere". Dopo la scelta inusuale di Turetta, oggi è arrivato il secondo colpo di scena che di fatto 'svuota' l'udienza che resta calendarizzata per il prossimo 14 novembre nell'aula bunker di Mestre. In quell'occasione, davanti alla Corte d'assise d'appello presieduta dal giudice Michele Medici, alle parti non resterà che prendere atto e formalizzare la doppia rinuncia e rendere così definitivo l'ergastolo per Turetta, senza passaggio dalla Cassazione. La Procura generale di Venezia aveva inizialmente deciso di procedere con il ricorso in appello per vedere riconosciute le aggravanti della crudeltà e dello stalking nei confronti dell'ex fidanzato, già condannato per il delitto aggravato dalla premeditazione e dal legame affettivo con la vittima. In una lettera, il giovane detenuto nel carcere veronese di Montorio aveva spiegato la sua rinuncia a difendersi assumendosi la "piena responsabilità per quello che ho fatto di cui mi pento ogni giorno sinceramente dal profondo del cuore".
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