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Comunicato Stampa: CRV - Presentato a palazzo Ferro Fini il libro ‘La tormenta di San Giovanni' di Loris Giuriatti
Oggi 03-09-25, 15:24
(Arv) Venezia 3 set. 2025- Oggi, a palazzo Ferro Fini, la consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto ha moderato la presentazione del libro di Loris Giuriatti ‘La tormenta di San Giovanni', Rizzoli Editore, 219 pagine.“Un'opera che racconta storie personali ma che affronta anche snodi importanti della storia del nostro Paese – ha affermato Luisetto - Giuriatti ci fa conoscere bene il monte Grappa, parlandone con attenzione, passione e amore; una montagna sacra, importante per la storia del nostro Paese, che va valorizzata con un turismo sano, educato e consapevole.” “Ma il libro rappresenta anche una preziosa occasione per ragionare sullo stato, attuale e futuro, delle aree interne, di montagna, e sul momento che stiamo vivendo – ha aggiunto Chiara Luisetto - Una montagna che non va accompagnata allo spopolamento ma che deve essere al centro di politiche finalizzate alla sua tutela, valorizzazione e cura; una montagna che però ha bisogno di servizi per essere vissuta. Bisogna incoraggiare le giovani generazioni a vivere i territori montani, a costruirci casa e futuro, senza trascurare politiche di tutela idrogeologica e di messa in sicurezza delle montagne.”Loris Giuriatti ha spiegato che “‘La tormenta di San Giovanni' chiude la trilogia dedicata al monte Grappa. Sono nato a Padova ma un po' alla volta ho imparato a conoscere, e di conseguenza ad apprezzare, il Grappa e l'ambiente che lo circonda. Ho iniziato, un po' per gioco, con ‘L'Angelo del Grappa', un'opera volutamente didattica pensata per i ragazzi delle scuole, per far conoscere loro la Prima guerra mondiale. Poi, ‘Lo chiamavano Alpe Madre' parla delle persone che vivono direttamente la montagna. E ‘La tormenta di San Giovanni' narra aspetti meno usuali e, soprattutto, la costruzione del grande Sacrario. Le ultime righe del libro sono volutamente uguali alle prime de ‘L'Angelo del Grappa'.” “Ciascuno dei personaggi del libro ha un carattere particolare, anche enfatizzato, e presenta caratteristiche peculiari – ha messo in evidenza l'autore – Persone, per come sono fatte, non adatte a vivere nello stesso ambiente, ma che la tormenta costringe alla promiscuità. A legare tutto il racconto è la figura del ‘vecio': è stato divertente dargli vita, facendo in modo che il lettore, al momento dell'introduzione del personaggio, ne percepisca subito l'odore, il fastidio di un montanaro vissuto, per poi, via via che la narrazione si dipana, dimenticarsi di queste sue caratteristiche sgradevoli, per vivere la montagna che il vecio, in qualche modo, rappresenta.”“Il Grappa oggi è una montagna selvaggia: la sua peculiarità più bella è che è un territorio non troppo antropizzato, che ti permette di vivere piacevoli esperienze a contatto con la natura – ha aggiunto Giuriatti - Tuttavia, sotto l'aspetto turistico, potrebbe essere valorizzato di più facendo sinergia tra i comuni interessati, anche per sostenere le attività commerciali locali. Ma il monte Grappa, e la montagna in generale, hanno bisogno di un turismo educato, adeguatamente formato. In particolare, vanno formati i giovani, lavorando sulla loro emotività; è importante incidere l'anima delle persone per portarle a sviluppare poi una riflessione. Penso che la nostra montagna si porti appresso tradizioni importanti, legate in particolare alla cultura gastronomica locale, che non possiamo permetterci di lasciar morire, perché perderemo un valore aggiunto. Al contrario, dobbiamo incoraggiare e sostenere i ragazzi che desiderano trasferirsi in montagna. Loro poi ci ricambieranno rinnovando le tradizioni che sono in grado di attrarre turisti stranieri.”“Nel libro – ha concluso Loris Giuriatti – accenno anche a determinati momenti storici del nostro Paese, come la strage di Bologna, di cui, pur essendo allora un ragazzino, conservo ricordi nitidi. Il momento dello scoppio della bomba l'ho voluto raccontare nel libro proprio come lo farebbe un ragazzino di dieci anni. E il periodo fascista è quello della costruzione del grande Sacrario. Credo che la passione per la ricerca storica, per cercare di ricostruire storie dimenticate, che caratterizza le mie opere, sia scaturita dalle esperienze maturate fin da piccolo, anche grazie a mio nonno, di carattere taciturno, ma che ci ha sempre parlato della Grande Guerra, vissuta in prima persona. In particolare, ne ‘La tormenta di San Giovanni' parlo ‘dei senza nome' per cercare di dare loro un volto.” La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
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