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Conte chiama Schlein e le propone Fico. Poi tratta con De Luca per Costa
11-04-2025, 11:46
Altro che Consulta, a far fuori De Luca è il suo stesso partito. Non sono passate neanche ventiquattro ore dalla decisione dei giudici, che Antonio Misiani, commissario regionale del Pd in Campania, insieme al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, incontra Roberto Fico, il nome sponsorizzato da Giuseppe Conte. Considerando che parliamo di un incontro voluto da un fedelissimo della segretaria, è chiaro che si tratta di una strategia imposta da Roma. Nel pomeriggio di ieri, riferiscono fonti interne al Nazareno, il presidente del Movimento avrebbe chiamato Elly Schlein, chiedendole di blindare il nome proposto dai 5 Stelle. «Adesso – avrebbe detto l'ex premier all'alleata – possiamo chiudere la partita e anticipare il centrodestra». Pochi minuti dopo, attraverso una nota, a dir poco telecomandata, il responsabile economia dem, dunque, esorta i suoi a prendere atto della sentenza della Corte: «Il nostro obiettivo - scrive - è la costruzione di una coalizione progressista che unisca tutte le forze politiche e civiche alternative alla destra, sul modello dell'alleanza che nel 2021 ha portato alla vittoria a Napoli e sulla base della condivisione di un programma di governo». Un messaggio, però, che avrebbe fatto arrabbiare e non poco il governatore uscente che, al primo momento di difficoltà, viene silurato da chi, invece, avrebbe dovuto tutelarlo. Un modus operandi che porterebbe chiunque a dire «tolgo il disturbo», a maggior ragione se si può contare su un bacino elettorale non di poco conto. Non è, però, il caso del sindaco di Salerno che ha una prole da tutelare. Piero, vicepresidente dei dem a Montecitorio, da anni, studia per un ruolo da protagonista nella capitale. Ragione per cui il piano può essere uno solo: "farsi corteggiare" e provare a gestire, in prima persona, le trattative con gli ex grillini. Sono mesi, d'altronde, che il figlio del presidente organizza incontri sul territorio con Michele Gubitosa, vice di Giuseppi. Come riportato sul Foglio, ci sarebbe stato addirittura un pranzo tra l'ex premier e il rampollo di casa De Luca. Una notizia che avrebbe fatto arrabbiare, e non poco, Francesco Boccia e la stessa Elly, che, ancora una volta, si sono sentiti scavalcati. Ragione per cui sarebbe stata la segretaria a dire al suo fido Misiani di chiudere subito su Fico per evitare che siano i riferimenti territoriali a dare le carte nella partita più importante in chiave regionali. Robertone, intanto, non piace all'esecutivo uscente, considerando le sue infinite denunce contro le attività dei vari assessori. A quelle latitudini preferiscono profili all'insegna della continuità, come la Fortini di turno. Il problema, però, è che tali soluzioni non saranno mai accettate da quella segretaria che tutto vuole, tranne che blindare uno yes-man di chi, ogni giorno, le mette i bastoni tra le ruote. Non dimentichiamo che la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, oggi vera rivale di Elly, nasce proprio nei salotti salernitani. Ecco perché Schlein si dichiara disponibile a cedere la Campania agli alleati, ma con un nome che nulla ha a che vedere col sistema che ha gestito nell'ultimo decennio la Regione. Motivo per cui, dice ai suoi, come dimostra l'incontro tenutosi a Napoli, di valorizzare Fico, anche se a qualcuno non entusiasma. La strategia perfetta, insomma, per battere un dilettante della politica, ma non un veterano come "lo sceriffo". Quest'ultimo, sfruttando le velleità di Conte di guidare la coalizione, non solo avrebbe sentito Giuseppi prima della sua collega segretaria, ma addirittura avrebbe espresso una preferenza per un suo uomo: Sergio Costa, ovvero il generale con cui ha affrontato la delicata vicenda della Terra dei Fuochi. Non a caso il parlamentare del M5S, nell'ultimo weekend, incontrerà sia il vice di De Luca Bonavitacola, sia la sua pupilla Fortini. In politica nulla accade per caso, a maggior ragione se il lunedì successivo arriva nel capolouogo partenopeo, su ordine di Schlein, il responsabile nazionale dell'organizzazione Igor Taruffi. Ecco perché tutti, a quelle latitudini, già parlano dell'ennesima furbata di "don Vincenzo, re delle fritture", per far trovare alla giovincella del Nazareno la tavola già apparecchiata.
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