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Così i Comuni rischiano di "bruciare" 158 milioni per gli impianti sportivi
21-08-2024, 10:43
L'Olimpiade di Parigi, dove è stato eguagliato il record di 40 medaglie vinte come a Tokyo 2020, potrebbe essere il canto del cigno dello sport italiano. Il rischio più concreto che minaccia il periodo d'oro degli atleti azzurri non è il ricambio generazionale o l'appagamento dei nostri campioni dopo tante vittorie, ma la lentezza burocratica tricolore che mette a pentimento i fondi del Pnrr destinati all'impiantistica sportiva. Svariati milioni di euro - per la precisione 157.939.330 - stanziati per piscine, palestre, piste d'atletica, campi da hockey, aree per l'arrampicata sportiva e non solo sui quali incombe la scadenza del prossimo 31 agosto. Ultimo giorno utile per dare il via ai lavori previsti, pena la perdita della somma ricevuta. Circostanza messa nera su bianco dal numero uno dello sport italiano, il ministro Andrea Abodi, in una lettera che quest'ultimo ha inviato al presidente dell'Associazione nazionale comuni (Anci), Roberto Pella. Il documento di cui Il Tempo è entrato in possesso porta la data dello scorso 23 luglio. «Caro Presidente, caro Roberto, (...) ti informo che, ad oggi, dal monitoraggio dei 294 interventi ammessi a finanziamento (al netto delle rinunce pervenute) e dall'analisi dei dati caricati su ReGiS (piattaforma ministeriale, ndr), risulta a questo Dipartimento che un numero complessivo di 68 interventi presentano criticità a causa del mancato avvio dei lavori - di cui 47 interventi, incidono sull'obiettivo del 50% per la realizzazione di nuove costruzioni per un importo di complessivi 157.939.330». Nella sua missiva il ministro Abodi inoltre scrive che per sette interventi «non risulta ad oggi ancora avviata la gara». Poi il tono della lettera diviene più incalzante: «Al fine di consentire un riallineamento del cronoprogramma procedurale e finanziario ti chiedo di fare in modo, che l'Anci, con ogni urgenza consentita, sensibilizzi i 68 Comuni (...) a provvedere all 'esecuzione dei lavori per scongiurare il rischio di un definanziamento dell'intervento; a rispettare il termine del 31 agosto 2024 per l'avvio del cantiere». Dove dovrebbero sorgere le 68 strutture a rischio? Non solo in grandi città, ma anche in località di provincia come Besozzo, Forni Avoltri, Cagnano Varano solo per citarne alcune. A Milano in via del Cardellino 3 è prevista la costruzione di uno tra i progetti più rilevanti: un nuovo impianto natatorio da 25 milioni di euro, di cui 11 finanziati dal Pnrr. Il capoluogo della Puglia, Bari, vorrebbe realizzare uno storico incompiuto come il nuovo palazzetto di Poggiofranco (da destinare a basket, volley e arti marziali) in viale Bartolo: costo dell'opera 5,5 milioni tutti provenienti dal Pnrr. Ben più a nord, a Bologna, nel quartiere Navile è previsto l'allargamento del Centro sportivo Bonori che dovrebbe essere dotato di nuovi spazi anche grazie alla demolizione della bocciofila e 5,5 milioni di euro di Pnrr (sui 6 totali). Cosenza ha l'ambizione di diventare la fucina nazionale dello squash, visto che la città forse ospiterà il centro tecnico federale: a patto che vengano costruiti gli otto campi da quattro milioni di euro pubblici. Poi c'è anche chi sogna di diventare il più importante centro tricolore della motonautica. Stiamo parlando di Cagnano Varano, dove il Comune ha ottenuto uno stanziamento da quattro milioni di euro, interamente finanziati dal Pnrr, per dare vita a un centro sportivo associato proprio con la Federazione italiana motonautica. E anacora a Castelnovo ne' Monti è un nuovo palazzetto dello sport, previa demolizione dell'attuale palestra. Anche in questo caso la spesa prevista è di quattro milioni. La spesa ipotizzata per le casse pubbliche torna a salire guardando ai casi di Torre del Greco e Pistoia. In entrambi i casi si tratta di nuovi edifici: in Toscana per creare gli spogliatoi nel complesso Silvano Fedi servono 7,6 milioni di Pnrr; nella cittadina campana, invece, occorrono 8,5 milioni (100% Pnrr) per dare vita alla nuova cittadella dello sport di viale Europa. Vista la situazione forse sarebbe il caso di cambiare nome alla strada.
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