s
Così Rosa Vespa ha nascosto la finta gravidanza al marito Moses. Svelati i trucchi
27-01-2025, 11:46
Per quasi un anno Rosa Vespa, arrestata per il rapimento della neonata Sofia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza, ha portato avanti una complessa messa in scena per nascondere al marito, Moses Chiediebere, la sua falsa gravidanza. Tra orari studiati ad arte, visite "programmate" nei momenti in cui il marito era al lavoro, e persino la scusa di un focolaio Covid nei giorni successivi al "parto" per evitare la sua presenza, Rosa ha costruito un piano che ha ammesso di aver ideato "giorno dopo giorno". Davanti al tribunale di Cosenza, la donna ha dichiarato: "Ho agito da sola, mio marito non sapeva nulla". Questo ha contribuito a chiarire la posizione di Moses, inizialmente fermato, ma poi scarcerato su richiesta del pubblico ministero Bruno Tridico e del suo legale, Gianluca Garritano. Nonostante ciò, l'uomo rimane indagato mentre le indagini continuano. Secondo quanto riferisce Repubblica, Rosa avrebbe selezionato la clinica in una zona trafficata di Cosenza, consapevole che la difficoltà di trovare parcheggio sarebbe stata una scusa valida per giustificare la mancata presenza del marito. Quest'ultimo, impegnato come gruista, non poteva assentarsi a lungo dal lavoro e spesso lasciava la moglie davanti alla struttura senza accompagnarla dentro. In altre occasioni, Rosa sosteneva di essere accompagnata dalla madre, ma in realtà si recava da sola. La vicenda si complica ulteriormente con il ritorno di Moses dalla Nigeria nella primavera del 2024, dove era stato per tre mesi a causa della morte della madre. Fu in quel periodo, durante la sua assenza, che Rosa annunciò di essere incinta. Tornato a Cosenza, Moses non riusciva a presenziare alle visite mediche a causa degli orari di lavoro, fidandosi delle spiegazioni della moglie. L'8 gennaio 2025, Rosa ha messo in atto l'ultimo tassello della sua messa in scena. Ha simulato dolori da parto, prenotato una stanza in un hotel vicino alla clinica, e inviato al marito la foto di un neonato, scaricata da internet, spacciandola per il loro figlio. Moses, ignaro, ha creduto alla storia, fino al tragico epilogo. Dodici giorni dopo, Rosa ha rapito la piccola Sofia. Le immagini delle telecamere di sorveglianza l'hanno incastrata. Durante l'udienza, Moses le avrebbe rivolto solo poche, amare parole: "Cosa mi hai fatto? Mi hai rovinato". Oggi, la posizione di Moses appare sempre più quella di un uomo ingannato, ma le autorità non escludono completamente il suo coinvolgimento. Nel frattempo, sul suo profilo Facebook, ha cancellato ogni foto insieme alla moglie, segnando simbolicamente la fine del loro rapporto.
CONTINUA A LEGGERE
7
0
0