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Dal biglietto al malore: cosa non torna nel vecchio interrogatorio di Sempio
Oggi 21-07-25, 07:01
L'interrogatorio del 4 ottobre 2008 di Andrea Sempio, di nuovo indagato per l'omicidio (in concorso) di Chiara Poggi a Garlasco per cui è in carcere con una condanna definitiva Alberto Stasi, torna sotto la lente degli inquirenti della procura di Pavia che hanno riaperto il caso. Lo scrive il Corriere della sera che riporta come si stiano esaminando alcune incongruenze tra fatti e verbalizzazione. Siamo poco dopo la chiusura delle indagini su Stasi e vengono convocati in caserma i frequentatori di casa Poggi che andavano in via Pascoli in bicicletta - una nera era stata vista davanti all'abitazione - tra cui gli amici di Marco Poggi ossia Andrea Sempio, Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti. Sempio era stato già stato sentito il 18 agosto 2007 per le sue telefonate a casa Poggi prima del delitto, Un anno dopo si trova ancora lì. L'interrogatorio inizia alle 10.30 negli uffici dei carabinieri di Vigevano davanti al maresciallo capo Flavio Devecchi e al capitano Gennaro Cassese, che all'epoca coordinava le indagini, e dura oltre 4 ore perché viene chiuso alle 14.40. Quali sono le incongruenze di cui sopra? La prima è che in quel lasso di tempo vengono verbalizzati anche gli interrogatori di Biasibetti (aperto alle 11.25 e chiuso alle 12.10) e Capra (13.25-14.20). Il tutto mentre Sempio, almeno sulla carta viene ascoltato. Poi c'è il caso del malore. L'allora 19enne si sente male durante l'interrogatorio e viene chiamata un'ambulanza del 118 e l'intervento degli operatori, in base alle note dei sanitari recuperate dai pm di Pavia, dura 40 minuti che se nel verbale non se ne fa menzione. La terza incongruenza è quella del famoso scontrino, il ticket del parcheggio che collocherebbe Sempio a Vigevano nelle ore dell'omicidio. Nel verbale compare la frase: "Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno". A Quarto Grado, recentemente, Sempio ha detto: "Mi hanno interrogato, mi hanno mandato a casa, mi hanno richiamato indietro, abbiamo parlato dello scontrino, abbiamo concluso tutto e a quel punto sono andato a casa a riprenderlo, gliel'ho riportato e hanno riaggiornato il verbale. Tutto lì. E infatti, nel giro dei miei amici quando poi parlavamo io ero l'unico che al posto di averci messo un'ora, un'ora e mezza, ci ho messo tipo quattro ore di interrogatorio ma perché mi hanno mandato su e giù due volte praticamente". Anche sul malore ci sono versioni discordanti. I due carabinieri sentiti dai pm di Pavia affermano di non ricordarlo né come sia stato consegnato lo scontrino. A fine maggio i legali di Sempio negano il malore me sempre alla trasmissione di Rete 4 l'indagato ricorda: "Mi ero presentato all'interrogatorio che però era già qualche giorno che avevo la febbre, quindi già non stavo benissimo. Loro hanno visto che ero un po' ovattato e che andavo un po' giù, mi perdevo un po' e allora hanno deciso di chiamare l'ambulanza". Parole che finiscono sotto la lente come quelle di 18 anni fa.
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