s

Dal crocifisso al Cristo coperto. Dalla Chiesa: perché la sinistra sottovaluta l'allarme Islam
Oggi 09-06-25, 09:40
Vi ricordate il caso di Saman Abbas, la diciottenne pachistana ammazzata dalla sua stessa famiglia nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 nelle campagne di Novellara (Reggio Emilia) dove viveva? Era stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato con un cugino in patria, per voler vivere all'occidentale e per essersi fidanzato con un altro ragazzo inviso alla famiglia Rischiamo che, senza un profondo intervento per eradicare il fondamentalismo islamico, possano essercene altri in Italia e a Reggio Emilia, in pochi giorni, si sono verificati più episodi che ci ricordano quelle storia orrenda. Abbiamo raccolto diversi casi di abusi su donne islamiche proprio perché non volevano sottostare alla Sharia (la loro legge per eccellenza): a Modena una ragazza siriana di 23 anni è arrivata a denunciare i suoi genitori dopo le ripetute violenze domestiche, dopo botte, minacce, restrizioni andate avanti anni. Poi a Massa Lombarda, nel ravennate, dove una donna di origini algerine, 32 anni e residente in Italia da quando ne aveva 7, è stata massacrata in pieno centro da alcuni uomini di origine araba, davanti alla figlia minorenne, perché colpevole di essere troppo integrata e di non indossare il velo. Ma a essere colpite sono anche giovani ragazzine: a una piccola di 14 anni hanno imposto il velo, impedendole di proseguire gli studi, di iscriversi alle scuole superiori, di guardare la televisione, di indossare abiti occidentali, di avere il telefonino e amicizie maschili, persino di praticare attività sportive, minacciandola pure di riportarla per sempre in Pakistan se non avesse accettato di sottomettersi a queste decisioni. Ecco allora la denuncia dell'onorevole di Forza Italia Rita Dalla Chiesa: «Quando arrivi a velare il volto di Cristo come hanno fatto loro mentre pregano, non sai più che dire. Ti senti impotente, ti prende uno scoraggiamento totale per chi non capisce che molti di loro non vogliono essere integrati. Non vogliono condividere in modo pacifico la nostra cultura, le nostre tradizioni. Loro, nel profondo, non cambieranno mai, sono radicalmente diversi da noi e non basteranno 5 anni di scuola per farli diventare italiani. Queste ragazze quando vengono in Italia vogliono vivere come noi, come le loro coetanee, ma il loro ambiente non le vuole diverse da quello che sono loro. Come le aiuti? Come facciamo a impedire loro di andare a un concerto, di andare a prendere un aperitivo con gli amici? In tre secondi le fanno fuori, nel migliore dei casi le barricano in casa, nel peggiore le fanno proprio sparire. E questo è un allarme importante davanti al quale la sinistra tace e diventa complice. Invece di cercare di capirne i motivi li giustificano. Vorrei chiedere a questa sinistra di fare un viaggio e vivere per un periodo nei paesi da cui queste persone provengono. Ma viverci a “modo nostro”, come siamo abituati a vivere qui in Italia. Voglio vedere se, al ritorno, la pensano ancora così. Noi abbiamo dovuto togliere i crocifissi dalla scuola, abbiamo dovuto evitare di fare i presepi, per esempio, e questa cosa mi ha mandato fuori di testa, mi ha dato profondamente fastidio, è stato come cedere alle loro tradizioni e mancare di rispetto alle nostre». C'è sgomento, c'è paura e, soprattutto ci si chiede come arginare un problema che sta assumendo dimensioni drammatiche.
CONTINUA A LEGGERE
9
0
0
Il Tempo
13:23
#iltempodioshø
Il Tempo
13:22
Acconto Imu, occhio alle esenzioni
Il Tempo
12:42
I pupi siciliani all'Expo di Osaka
Il Tempo
12:30