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D'Alema alla parata di Pechino, scoppia la bufera. Bignami: "Nulla da dire a sinistra?"
Ieri 03-09-25, 20:54
La presenza dell'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema alla parata della vittoria a Pechino, alla quale erano presenti anche il leader cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin, ha fatto scoppiare una vera e propria bufera politica. Il primo a tuonare è stato il leader di Azione, Carlo Calenda. "La gravità di un ex Presidente del Consiglio che va a Pechino per celebrare la nascita del fronte antioccidentale. D'Alema va ad omaggiare Putin e Kim Jong Un, Xi Jinping. Mentre ragazzi muoiono in Ucraina per difendere la loro e la nostra libertà. Una vera schifezza di 'livello Salvini'", ha attaccato. Per l'Europarlamentare di FDI-ECR, Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, la presenza di D'Alema "a Piazza Tienanmen, dove venne schiacciato dal regime comunista l'ultimo anelito di libertà del popolo cinese, è un insulto a coloro che, oggi come ieri, sacrificano la loro vita per poter vivere in pace, libertà e democrazia". Non meno forte il commento di Deborah Bergamini, vice segretario nazionale di Fi e Responsabile Esteri del partito. "Non possiamo certo chiedere a chi ha il comunismo nel DNA di cambiare la propria essenza politica. Ma abbiamo comunque il pieno diritto, anzi il dovere, di indignarci di fronte alla presenza di Massimo D'Alema alla parata della vittoria a Pechino", ha detto. "Che Massimo D'Alema fosse un uomo dell'Est lo sapevano pure i sassi, e che simpatizzasse per il modello sovietico in tempi di Guerra fredda era altresì intuibile. Che camminasse a braccetto coi rappresentanti di Hezbollah è pure questo un fatto acclarato, ma francamente speravamo che l'ex presidente del Consiglio potesse risparmiarci ulteriori scivoloni e imbarazzi. Non c'è però mai limite al peggio. Vederlo sfilare oggi tra le vie di Pechino, immaginarlo mentre (quasi certamente) si accarezza il baffo e si spella le mani davanti a Xi Jinping, Putin e Kim Jong Un, in quello che a tutti gli effetti è stato il battesimo ufficiale di un nuovo assetto geopolitico alternativo all'Occidente, ai suoi princìpi e valori, con tanto di esibizione muscolare nei toni e nelle forme, indigna ma non sorprende. La parabola di D'Alema è infatti quella tipica dell'uomo di sinistra che ha vissuto la sua vita politica mentendo, e che alla fine non ha saputo resistere al richiamo della foresta", ha tuonato Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e presidente della Commissione Affari esteri e difesa a Palazzo Madama. Un fatto "di una gravità inaudita" lo ha definito capogruppo dei deputati di Fratelli d'Italia, Galeazzo Bignami. "È inaccettabile la sua presenza lì. specie in un momento in cui l'Occidente, che Giorgia Meloni sta faticosamente cercando di tenere unito, viene apertamente sfidato da questi tre leader autocrati, che addirittura propongono un nuovo ordine mondiale basato su valori ben lontani dalla libertà, dalla democrazia e dal rispetto dei diritti umani", ha aggiunto. "La sinistra ed Elly Schlein, che non perdono occasione di farci la lezione contro le presunte derive autoritarie e il populismo non hanno proprio nulla da dire? Non trova inaccettabile che Massimo D'Alema fosse li'?", ha concluso.
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