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Premiato a Roma Gonzalez Urrutia, il vero presidente del Venezuela
Oggi 05-12-25, 22:17
Ricorda gli oltre «mille prigionieri politici in Venezuela» e quanti sono «in carcerati, sequestrati da un regime criminale». Edmundo Gonzalez Urrutia è il leader della dissidenza venezuelana. Secondo gli osservatori internazionali è il vincitore delle presidenziali nel 2024, ma il dittatore Nicolas Maduro ha di fatto usurpato il risultato. Gonzalez è ora in esilio e ieri ha ricevuto, a Roma, il «Milton Friedman International Prize 2025», assegnato dall'omonimo istituto, in collaborazione con Il Tempo e il movimento Studens for Liberty. A fare gli onori di casa, il direttore della nostra testata Daniele Capezzone, che ha voluto sottolineare il profilo di Gonzalez come «freedom fighter», combattente per la libertà. In platea anche Giampaolo Angelucci, Presidente del cda de Il Tempo, Libero e Il Giornale. Presenti anche molti esuli venezuelani. Nella sua breve introduzione, Capezzone ha legato la libertà al «coraggio» di difenderla e promuoverla, valore di cui Gonzalez è esempio. Così come lo è Maria Corina Machado, premio Nobel per la Pace, che ha fatto giungere un video alla manifestazione, evidenziando che il riconoscimento è condiviso con «tutti i venezuelani che, con coraggio e civico e convinzione morale, affrontano una delle tirannie più distruttive del continente». Arrivano anche i messaggi di Roberta Metsola, presidente dell'Europarlamento, e Javier Milei, presidente dell'Argentina. Metsola ha sottolineato «l'importanza della libertà, della democrazia e dello stato di diritto». Milei (premiato lo scorso anno dall'Istituto Friedman) ha osservato, rivolto a Gonzalez, che l'assegnazione «riconosce la lotta silenziosa e coraggiosa per la pace nella tua nazione». E quanto sia terribile il regime dei Maduro lo ha evidenziato, in un discorso molto accorato, Mariela Magallanes, ex deputata dell'assemblea nazionale venezuelana. Che incardina il regime di Caracas nel contesto più ampio della globalizzazione, imputando a Maduro di essere «fulcro del disordine economico globale». Dunque ha auspicato che «quando il nostro paese sarà liberato, ci auguriamo che molti italiani vengano a investire in Venezuela». Sul palco anche la senatrice Cinzia Pellegrino, di fratelli d'Italia, che ha sottolineato come attraverso il premio «l'Istituto Friedman spieghi molto bene da che parte stare, quella della libertà di voto e della libertà di un popolo. Vogliamo un Venezuela con la speranza». Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo del Friedman Institute, ha espresso il senso dell'assegnazione del premio: «la libertà - ha detto - è la più potente forza di rigenerazione morale, civile e economica». Rivolgendosi a Gonzalez, ha aggiunto che la sua figura «rappresenta la rinascita del Venezuela. Lei è la voce di un popolo che decide di rialzarsi». Bertoldi ha ricordato anche la figura di Alberto Trentini, l'operatore umanitario detenuto in Venezuela, e l'impegno del governo per arrivare a una sua liberazione. Così, dopo aver ricevuto il premio, il politico venezuelano (il cui genero è stato messo agli arresti in patria qualche giorno fa) ha voluto metter in luce il dramma del suo popolo. «Fin dall'inizio il regime si è dedicato a combattere la democrazia liberale, corrompendola dentro e fuori la frontiera del nostro Paese. Con una costante predica dell'odio per rafforzare il potere». Sulla sua vittoria elettorale del 2024 ha spiegato: «al regime di Maduro non rimane che la repressione, perché la verità non può essere nascosta. Il mandato del popolo sovrano del Venezuela a favore di un cambiamento profondo è già stato espresso. Come e quando avverrà questa transizione verso la democrazia - ha concluso - è qualcosa che nessuno può assicurare, ma è certo che avverrà». E l'impegno di Trump in questa direzione potrebbe accelerare i tempi.
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