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Dalle risse al pizzico all'inviato di La7. Ecco il vero volto di Prodi attaccabrighe
31-03-2025, 10:51
Se la tirata di capelli di Romano Prodi ai danni dell'inviata di «Quarta Repubblica» Lavinia Orefici può essere incasellata nella categoria dei gesti «d'affetto» (nella stessa dei teneri buffetti da nonno, per intenderci), come l'ha definita lui stesso, il Professore non è certo nuovo a lezioni di questo genere e, anzi, annovera tra gli insegnamenti impartiti in cinquant'anni di politica almeno altri due episodi incresciosi in cui il caratterino che la sinistra ha sempre taciuto è emerso senza lasciare spazio alle interpretazioni. Il primo caso risale a undici anni fa e riemerge da una puntata di «Piazzapulita», il talk-show di politica e di attualità condotto da Corrado Formigli. Quando il giornalista Antonino Monteleone, per tastare il polso di una figura d'esperienza, chiese all'ex premier un commento sulle primarie del Partito Democratico che si sarebbero svolte di lì a poco e che avrebbero visto prevalere Matteo Renzi, il fondatore de L'Ulivo si spazientì, allungò la mano e strinse a mo' di pizzicotto la guancia del suo interlocutore impedendogli di formulare fino in fondo la domanda e liquidando la questione con un breve «se lei vuole tirarmi in questo, si sbaglia». Poi, come testimonia il filmato che restituisce una dimostrazione plastica del temperamento forte che evidentemente ha radici ben più profonde di quanto la sinistra voglia oggi far credere, Prodi recuperò la calma ed espresse il suo punto di vista sul destino dell'Italia del tempo: «In questa fase storica bisogna che ci siano dei leader nazionali che trovino un senso di unità. Io ritengo che l'Italia sia stata e sia tutt'ora trattata ingiustamente perché è una forza economica seria», disse con pacatezza a Monteleone. Dichiarazioni e tono di voce, quelli scelti dall'ex premier per correre ai ripari e dire la sua sull'avvenire del Pd, che hanno un po' lo stesso sapore del mea culpa tardivo di questi giorni. Dopo essersi trincerato dietro a un silenzio rumorosissimo, infatti, il Professore ha ammesso l'errore commesso con la giornalista del gruppo di Nicola Porro ma ha precisato di non aver avuto né l'intenzione di «aggredirla» né quella di «intimidirla». A schierarsi in suo sostegno sono stati tutti coloro che quotidianamente predicano femminismo e accusano il centrodestra di patriarcato e che, però, di fronte all'atto sgarbato di uno dei loro, non hanno fatto altro che balbettare imbarazzanti giustificazioni e puntare il dito contro i sostenitori di posizioni opposte gridando al «retequattrismo» e definendo i professionisti che fanno solo il loro lavoro «sicari di regime». Un doppio registro che non sfugge e un modus operandi non molto lontano da quello di Corrado Formigli che, pur vedendo l'atteggiamento avuto dal fondatore de L'Ulivo con l'inviato della sua squadra, sorvolò e l'accaduto passò in prescrizione. La seconda testimonianza della vera indole dell'ex presidente del Consiglio, invece, arriva da «Lo stato delle cose», il programma condotto da Massimo Giletti, e dalla scena che verrà mostrata nel corso della puntata di stasera. Stando alle anticipazioni e come lascia intuire il fermo immagine, Romano Prodi si sarebbe scaldato fino a far volare epiteti poco carini anche con un barista che, incuriosito dal pensiero dell'illustre cliente, gli avrebbe chiesto un'analisi dell'attuale scenario politico. L'ex premier, allergico ai quesiti imprevisti, sarebbe andato su tutte le furie e avrebbe anche in questa occasione dato sfogo al suo impeto con tanto di invettive e termini che poco si confanno a un uomo delle istituzioni. Un modo di fare che ormai non sorprende ma che conferma un'evidenza: quando il Professore viene sollecitato a rendere note le sue idee su un fatto, il meccanismo si inceppa e la collera parla. I castelli, accuratamente costruiti dall'opposizione, crollano. E poco importa se si inciampa sull'ipocrisia. La prova? Il consigliere comunale del Pd Angelo Dieni si è spinto oltre: «Invece una cretina che pensa di mettere in difficoltà un uomo come Prodi con una domandina scema, sperando che non conoscesse un documento così importante, come la classifichiamo? Non doveva tirarle i capelli, doveva darle un calcio ben assestato negli stinchi», ha scritto sui social.
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