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De Magistris affonda Fico: "Campo morto, altro che largo"
Oggi 26-10-25, 15:25
I fichi di solito maturano in diversi periodi dell'anno, a seconda della varietà. I “primaticci” si possono raccogliere tra maggio e giugno, quelli “veri” tra agosto e settembre, mentre i “tardivi” nella prima decade di settembre. Nel caso del governatore della Campania, volendo farla breve in una battuta, potremmo parlare di “frutto secco”, considerando che sono state presentate le liste e la sua candidatura, pur essendo ottobre, non è ancora “pronta” o meglio “accettata” per quanto concerne i big della sinistra locale. Più di qualcuno, a quelle latitudini, infatti, non riesce a vedere di buon occhio un prodotto che non arriva dalle fertili terre dell'ex Regno di Napoli, ma dai laboratori politici dei palazzi romani. L'ultimo a manifestare dubbi rispetto a una discesa in campo imposta dall'alto è l'ex sindaco del capoluogo partenopeo Luigi De Magistris: «Questo – tuona intervenendo a “L'Attimo Fuggente”, programma condotto da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi - non è un campo largo che dà respiro, ma un campo slabbrato che rischia di diventare morto. Da una parte abbiamo un'alleanza tra persone che per anni si sono fatte le guerre, mentre dall'altra ci sono le destre, per quanto mi riguarda “invotabili”, ma che hanno la loro coerenza». L'auspicio, infatti, è che nasca un'alternativa diversa da quella proposta dal duo Schlein-Conte. La convinzione dell'ex primo cittadino è che, nel caso in cui rivinca il fronte progressista, a guidare la Campania non sia il pentastellato indicato dal presidente del Movimento, ma il solito Vincenzo De Luca. «Sarà – evidenzia - il governatore ombra». Un riferimento pure alle contraddizioni emerse sull'acqua pubblica. Pur avendo il grillino sempre difeso tale diritto, il suo principale sponsor Manfredi l'avrebbe smantellato, rendendo un bene primario «una merce sulla quale fare profitto». Non mancano, poi, le perplessità rispetto a quelli che dovranno traghettare l'ex grillino verso la vittoria: «Come può Fico pensare di fare le cose che dice con le famiglie Cesaro e Mastella?». Il povero Robertone, intanto, deve confrontarsi anche con il problema degli appoggi sperati e, nei fatti, mai avvenuti, come quello dell'amico Luigi Di Maio. Il titolare della Farnesina, sollecitato in un forum organizzato dal quotidiano “Il Mattino”, non si espone, come sperato dalla sinistra, nei confronti dell'ormai dimenticato compagno di viaggio. «Auguro ai cittadini campani – dice – di avere il miglior presidente possibile, ma sono sempre legato alla mia terra». Un endorsement mancato che ha fatto pensare a più di qualcuno come il politico di Pomigliano, stavolta, non solo potrebbe decidere di restarsene in disparte, ma votare altro. Non è, d'altronde, un mistero che suoi fedelissimi, vedi Laura Castelli, sostengono la coalizione guidata da Edmondo Cirielli. Ecco perché più di qualcuno ha sussurrato, sottovoce in qualche salotto, «non è che stavolta Gigino si voglia togliere i sassolini dalle scarpe». Una cosa è certa, per Fico si prevede un cammino tutto in salita verso Palazzo Santa Lucia, considerando che più di qualche sostegno sperato sembra essere venuto meno e i malumori sono all'ordine del giorno, anche tra chi avrebbe dovuto sostenerlo e difenderlo a spada tratta. Motivo per cui non sbaglia qualche attivista dem a prendersela con il Nazareno per aver messo sul banco un Fico non ancora maturo.
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