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Dossieraggio su "migliaia di persone". Dati rubati, cosa sappiamo: i nomi coinvolti
26-10-2024, 11:42
È il commissario capo in pensione Carmine Gallo, per anni in servizio alla Squadra mobile di Milano, e poi amministratore della società di investigazioni private Equalize l'ex poliziotto finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Dda. Le ipotesi contestate a varie titolo agli indagati sono di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, violazione di segreto d'ufficio e intercettazioni illecite. La società di Gallo, che ha sede vicino al Duomo di Milano e si occupa di investimenti per società quotate, è stata sequestrata. I carabinieri del Nucleo investigativo di Varese hanno eseguito arresti e misure cautelari a carico di 6 persone e decreti di sequestro di società disposti dal gip di Milano su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia. Si tratterebbe di un'organizzazione dedita all'esfiltrazione di dati e informazioni sensibili e segrete per tornaconto economico. Fra gli obiettivi degli hacker ci sarebbero stati le Banche Dati Strategiche Nazionali SDI delle forze dell'ordine, Serpico utilizzata da Agenzia dell'Entrate e guardia di finanza, Inps, dell'Anagrafe Nazionale e del Sistema Informativo Valutario. Il Procuratore di Milano Marcello Viola in conferenza stampa ha parlato di una attività di "dossieraggio" che riguarda un "numero difficilmente calcolabile di accessi abusivi" in varie banche dati, soprattutto allo Sdi, per l'acquisizione illecita di dati sensibili di migliaia di persone, che in certi casi sono finiti sui giornali. L'indagine ruota intorno all'agenzia di investigazione privata, Equalize, a pochi passi dal Duomo, di cui è socio di maggioranza il presidente di Fondazione Fiera Milano (ente totalmente estraneo) Enrico Pazzali, tra gli indagati, e che vede invece l'ex poliziotto Gallo come socio di minoranza. Tra gli indagati, trapela dalle ingagini, ci sarebbero anche Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio, e il banchiere-finanziere Matteo Arpe. Rispondono di accesso abusivo a sistema informatico in concorso. In particolare Del Vecchio jr. avrebbe commissionato ricerche di informazioni durante la complicata vicenda ereditaria della dinastia industriale che, attraverso Delfin, possiede azioni di Mediobanca, Generali, Luxottica e altre.
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