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Ecco il “Porcellinum”, la nuova legge elettorale che apre al premierato
02-02-2025, 10:29
In uno dei momenti di più alta tensione tra governo e opposizione, ma anche tra governo e magistratura, potrebbero essere cominciate le prime manovre per una nuova legge elettorale. Non dimentichiamo che oltre alla riforma della giustizia, l'altra grande battaglia di questo esecutivo è quella del premierato. Argomento su cui si allungo dibattuto e che oggi potrebbe tornare di estrema attualità proprio con una moderna formula del Porcellum di Roberto Calderoli, che nel 2014 venne bocciato dalla Consulta. Secondo quanto trapela da fonti vicine al governo però non sarebbe questa la sola ipotesi, ce ne sarebbero altre poste al vaglio, tra cui quella del Mattarellum modificato. Ciò nonostante, non sembra essere questa la vera battaglia che oggi il centrodestra vuole portare a termine: la parola d'ordine ora, infatti, è Riforma della Giustizia senza retrocedere. Poi si penserà al Premierato, il cui testo non è detto che non venga rivisto, e all'autonomia, battaglia della Lega di Matteo Salvini. Per quanto riguarda il Porcellum 2.0 (detto anche Porcellinum), si tratterebbe di una legge elettorale costruita su un sistema proporzionale, con premio di maggioranza alla coalizione vincente che supera il 40% e prevede una soglia di sbarramento del 4% alla Camera e dell'8% al Senato che impedisce l'ingresso in Parlamento dei piccoli partiti che corrono da soli. Altro elemento, non sarebbero più previste le liste bloccate che non consentivano all'elettore di conoscere i candidati e quelli che avrebbe mandato in Parlamento con il voto. In base al Porcellum, alla coalizione vincente alle elezioni della Camera, spettano almeno 340 seggi su 630, indipendentemente dal totale dei consensi raccolti. Al Senato, invece, il premio di maggioranza è su base regionale: ogni regione assegna un certo numero di senatori, ma il 55% va in automatico alla coalizione che raccoglie più voti. Perché questo tema emerge proprio ora? Non solo per il tema del Premierato, ma anche (e le due cose sono legate) per il modo in cui sta agendo l'opposizione che hanno sancito lo stop dei lavori fino a martedì 4 febbraio: «Non andremo avanti fino a quando il Governo non chiarirà i contorni di questa vicenda (quella di Almasri ndr)», aveva detto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. Un muro contro muro che sta immobilizzando sia il dibattito politico che l'intero Paese non certo tramite strumenti puramente politici. Cercare di arginare questi meccanismi, mettendo mano direttamente alla legge elettorale, potrebbe quindi essere un modo per sciogliere il nodo del Premierato ed evitare quindi che ai debba passare tramite una seconda, e soprattutto travagliata riforma Costituzionale? Non essendoci un dialogo, ma solo profondi scontri in atto, potrebbe essere la giusta strategia per mettere a segno quelli che sono i punti cardine del programma di questo Governo? Difficile dimenticare di quando, nel giugno del 2024 le opposizioni hanno sventolato in Senato il tricolore e hanno intonato, in risposta i senatori della maggioranza, l'Inno di Mameli durante il voto degli emendamenti al premierato. Nonostante da parte della Meloni ci sia sempre stata la volontà di dialogare sul tema, dicendo a più riprese che il testo poteva essere rivisto con le opposizioni, per Schlein e Conte è sempre stato un no secco e definitivo. Stiamo vedendo quanti problemi la riforma Nordio sta arrecando all'esecutivo, addentro in un braccio di ferro con una certa magistratura che ha cercato finora di mettere il veto su molte proposte, non ultima quella del centro migranti in Albania. Nonostante, quindi, i lavori su una riforma della legge elettorale siano solo in fase dibattimentale, potrebbe essere questo il fulcro sia per evitare nuovi scontri parlamentari, che per portare a termine quanto scelto fin dall'inizio: Giustizia, Premierato e Autonomia. Quest'ultima anche alla luce della recente decisione della Corte costituzionale che a gennaio, ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata.
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