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Ecco tutti i fallimenti del sindaco Sala e della Milano targata Pd
Oggi 18-07-25, 07:38
Il sindaco che si faceva ritrarre in calzini rainbow. Il sindaco del «questa non è Gotham City», salvo poi recitare in un video dei Club Dogo in cui il capoluogo milanese ricordava proprio la città di Batman. Insomma, Beppe Sala. Volto di quella sinistra liberal che vuol farsi pop, pencolante tra i mille affreschi del politicamente corretto e la rivendicazione di idee “innovative”, e immancabilmente “sostenibili” con cui governare la città e i territori. La parabola di Sala si impenna nel 2015, sulla scia del suo ruolo di Commissario all'expo che si svolse proprio nel capoluogo lombardo. Vittorioso nel 2016 alle Amministrative sul filo di lana (fu l'ultimo trionfo del Pd a trazione Renzi prima della debacle), da lì inizia il percorso a Palazzo Marino. Che giunge agli sgoccioli oggi (a prescindere dagli sviluppi dell' inchiesta, siamo ai titoli di coda della consiliatura). Un tracciato costellato di polemiche, tra l'espansione verticale della città e quel che accade giù, nell'economia reale. Fuori dalla cerchia dei meeting di lavoro e dei grandi eventi. Quella città con gli affitti diventati inaccessibili alla classe media, delle periferie in subbuglio pervia di un'integrazione mai compiuta. I grandi, enormi problemi di sicurezza. Intorno alla stazione centrale, per esempio, con le aree preda di bivacchi e di malintenzionati. Ne seppe qualcosa Carlo Verdone, che intervenendo a un talk televisivo raccontò, fine 2023, di quanta paura ebbe nello scalo ferroviario milanese, quando un uomo gli puntò addosso un collo di bottiglia, urlandogli contro. Persino Chiara Ferragni, non certo figura associabile alla destra, ebbe a dirsi «angosciata e amareggiata dalla violenza che continua a esserci a Milano». Sala coinvolse in amministrazione un top player del campo, Franco Gabrielli, chiamato come consulente in materia. L'ex capo della Politiza ha tenuto l'incarico poco più di un anno poi, lo scorso febbraio, ha lasciato dicendo che si trattava di un addio concordato. È la Milano dei maranza che terrorizzano interi quartieri, della tragedia di Ramy, il giovane di origine egiziana morto per un incidente in scooter a seguito di un inseguimento dei carabinieri, l'amico che guidava non si era fermato all'alt. E' la Milano delle due notti di rivolta proprio al Corvetto. È la Milano di Via Bolla, dove nel 2022 scoppia una rissa violentissima tra inquilini di case popolari, quelli che avevano titolo e gli irregolari. Italiani, stranieri, rom, è l'integrazione al contrario. E il centrodestra a protestare. Così come sulle politiche ambientali, che fanno tanto sinistra dal nuovo corso green. Le ciclabili che stravolgono il traffico, complicando la viabilità. E poi i limiti. Qui si colloca l'epica dell'area B e del'Area C. La prima, zona a traffico limitato per i veicoli più inquinanti. La seconda, invece, che richiede il pagamento di un pedaggio per accedervi. Un'altra stangata per le famiglie, costrette a cambiare auto in momenti non certo di economia florida, e soprattutto per i pendolari, messi in difficoltà per l'accesso nella città in cui lavorano. Perché alla fine, come noto le idee neo progressiste poggiano le loro radici sempre sulle spalle dei centri più deboli. Ma sì, fumiamoci su, una bella sigaretta per dimenticare. Eh no, attenzione, perché a Milano è vietato fumare all'aperto se ci si trova a meno di dieci metri da un'altra persona. Sì, avete letto bene, all'aperto. «Continueremo a dare delle multe ma è molto un fatto culturale», affermò Sala quando, ovviamente, la questione sollevò dibattito. Mia bela Madunina, aiutala tu, questa meravigliosa città.
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