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A Milano dopo Sala c'è un'altra Sala: la sinistra pensa di candidare Cecilia
02-02-2025, 09:53
Non sarà la regola del terzo mandato, ma se in Campania il Pd pensa, dopo Enzo De Luca, a candidare il figlio Piero De Luca, ecco che a Milano dopo Sala c'è ancora Sala. Non più Beppe, però. Cecilia Sala. La giornalista rimasta 21 giorni nelle mani degli ayatollah nel carcere di Teheran potrebbe diventare la Giovanna D'Arco del Pd milanese. O almeno questo sarebbe il progetto, per ora riservatamente confidato da Elly Schlein al suo cerchio magico, per affrontare le prossime elezioni milanesi con un front-runner donna, popolare, nuovo. Tutto ciò che per il Pd non rappresenta più Beppe Sala, il sindaco voluto da Renzi, del tutto estraneo non solo alle logiche correntizie del Pd ma anche, più in generale, alle liturgie della sinistra identitaria di cui si fregia la segretaria dem. L'ipotesi uscita dal cilindro della fantapolitica, per non dire fantasinistra, inizia a circolare nel capoluogo lombardo, dove la famiglia Sala vive da anni. Cecilia è una bocconiana. Laureata in Economia nel 2018 nella prestigiosa università privata milanese, città dove aveva studiato anche sua madre, Elisabetta Vernoni. Ed è nel capoluogo lombardo che lavora Renato Sala, il dirigente bancario senior advisor di J.P.Morgan International Bank. Anche per lui, studi milanesi. Ma all'Università del Sacro Cuore, in giurisprudenza. Proprio a Milano la giornalista Sala avrebbe conosciuto il fidanzato, Daniele Raineri, oggi nella redazione milanesissima del Post. Ed ecco pronta la sfida che non t'aspetti. Sala contro Sala. Stessi circoli, stessi salotti. Con lei più giovane di lui di ben ventisette anni. Un passaggio generazionale, epocale. Che spiazza anche lo stesso Pd milanese, che tra Maran e Maiorino contava di svolgere la prossima campagna elettorale sotto le insegne del cortile di casa. E invece, ancora una volta si affaccia l'ipotesi dell'outsider che plana dall'alto. L'ipotesi, ancora tenuta sotto riserva, testimonia quanto l'«ossessione Giorgia» sia ormai il timone del Nazareno. Anche perché per Sala i tempi sono davvero difficili. Mezzo Pd è contro di lui. I Verdi minacciano di lasciare la maggioranza. E ieri anche il segretario del Psi, che piange la recente scomparsa dell'ex sindaco Paolo Pillitteri, ha menato i suoi fendenti: «Siamo contrari al Salva Milano. Le regole vanno rispettate e in questo caso c'è bisogno di fare chiarezza sulle procedure adottate. Tutelando i cittadini che hanno fatto investimenti in buona fede», dichiara Enzo Maraio al Tempo. Se Beppe Sala voleva essere il federatore dei riformisti da mettere insieme al Pd, la partenza è in salita. Gli elettori milanesi si preparino, pop-corn in mano. Il film delle prossime amministrative si avvicina, e potrebbe proiettarsi in un multi-Sala.
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