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Emiliano, non bastano i bilanci in rosso: bufera sui fondi alle farmacie
Ieri 11-05-25, 07:53
Con una mano si fanno «inconcepibili tagli a laboratori e cliniche accreditati», mentre con l'altra, invece, «si concedono fondi alle farmacie pugliesi». A denunciare questa disparità di trattamento è l'Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (Uap), che accusa il Governo e la Regione Puglia di fare, come recita l'antico adagio popolare, figli & figliastri nello stanziamento dei fondi sanitari. «In un momento di crisi della sanità italiana, durante il quale è stato approvato un nomenclatore tariffario che ha apportato tagli ai rimborsi di oltre il 60-70% per le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private accreditate, denuncia l'Uap, la Regione Puglia ha emanato una delibera di giunta con la quale ha previsto finanziamenti alle farmacie per l'esecuzione di screening in autocontrollo, con rimborsi di valore economico sproporzionato rispetto a quanto sta accadendo nello scenario sanitario italiano». E, per rendere l'idea, l'Uap indica le cifre del provvedimento pugliese, che «non risponde nemmeno a logiche di economicità per il cittadino». Perché le tariffe, quantifica l'Uap, arrivano addirittura a moltiplicarsi per 6: «Questo screening, eseguito in un laboratorio, viene erogato, nel rispetto di tutti i requisiti normativi e di garanzia di qualità, a soli € 5 mentre, se eseguito in farmacia, senza alcuna garanzia di qualità e sicurezza, viene venduto ad € 30, quindi 6 volte di più». Mentre, sottolinea l'Uap, dovrebbe essere il contrario, considerato che laboratori, poliambulatori, cliniche e ospedali pubblici e privati accreditati, «erogano prestazioni sanitarie in virtù di un'autorizzazione regionale rilasciata a seguito della verifica della sussistenza di 420 requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi e con personale medico specializzato che assume la responsabilità civile e penale dell'atto medico eseguito». Nelle farmacie, invece, «l'esecuzione di screening in autocontrollo viene effettuata in virtù di una mera autorizzazione comunale alla vendita di farmaci». Quindi all'interno di strutture farmaceutiche che sono «prive di autorizzazione regionale, prive di adeguati spazi, prive di personale medico specializzato, prive di assunzione di responsabilità per l'atto eseguito», denuncia l'Uap. Eppure ora la Regione Puglia «stanzia fondi alle farmacie per l'esecuzione di screening in autocontrollo» proprio mentre «il Governo attua tagli sproporzionati alle strutture sanitarie costituite da laboratori, poliambulatori, cliniche e ospedali pubblici e privati accreditati, che contano 27.000 unità in tutto il territorio nazionale», sottolinea l'Uap. Che chiede quale «direzione sta prendendo il nostro Governo: si sta andando verso una sanità priva di requisiti e garanzie di qualità? Verso favoritismi e strane logiche di mercato a danno della vera medicina di precisione e delle gravissime patologie che vanno trattate in modo adeguato, scrupoloso e definitivo? Non possiamo trascurare il fatto che la scrupolosità di una diagnosi può salvare una vita», avverte l'Uap. Ricordando che «i fatti di cronaca recenti riportano, invece, il decesso di un cittadino in farmacia in attesa dell'esito dell'elettrocardiogramma». Per l'Uap, che riunisce tutte le associazioni di categoria rappresentative delle 27mila strutture sanitarie e degli oltre 350mila dipendenti, c'è bisogno di «una sanità per tutti a norma di legge, ed invece assistiamo ogni giorno di più a tagli verso gli operatori sanitari che attuano una sanità di qualità, mentre vengono stanziati fondi a chi è privo di requisiti»
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