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"Eurofollie" a sinistra: torna la patrimoniale. E su Supermario tutti zitti
16-02-2025, 07:37
Vabbè che c'è Sanremo. Passi che l'opposizione finge di non sapere che il rapporto del governo Meloni con la Libia è identico (per opportune ragioni di interesse nazionale) a quello dei governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi (2011-2022). Tutto però ha un limite. Quindi è francamente, inaccettabile l'assordante silenzio di fronte alle scudisciate che Mario Draghi, sì proprio Mario Draghi, dispensa sulle colonne del Financial Times all'Europa. Ecco cosa dice l'ex Presidente della Bce: «L'Unione europea deve concentrarsi sui problemi che si è creata da sola, operando una svolta radicale, piuttosto che su quelli dovuti ai rapporti con l'amministrazione Usa a guida Trump». E ancora: «Il FMI stima che le barriere interne dell'Europa equivalgano a una tariffa del 45 percento per la produzione e del 110 percento per i servizi. Queste riducono di fatto il mercato in cui operano le aziende europee: il commercio tra i paesi dell'UE è inferiore alla metà del livello del commercio tra gli stati degli Stati Uniti». Non è finita: «dal 2009 al 2024, il governo degli Stati Uniti ha immesso nell'economia oltre cinque volte più fondi tramite deficit primari, 14.000 miliardi di euro contro i 2.500 miliardi di euro nell'eurozona». Ed ecco l'ultima mazzata: «Ma è ormai chiaro che agire in questo modo non ha portato né benessere agli europei, né finanze pubbliche sane, né tantomeno autonomia nazionale, che è minacciata dalle pressioni dall'estero. Ecco perché è necessario un cambiamento radicale». Con queste parole finisce nel bidone della storia l'Europa delle follie “green” tanto cara ai Timmermans di turno, sparisce dal cruscotto delle cose serie l'Europa delle regole a manetta su tutto e tutti ( esagerazioni GDPR in testa), diventa “spam” l'Europa del rigore di bilancio fine a se stesso, tanto cara ai tedeschi che hanno governato sin qui con il preciso scopo di mettere sotto scacco l'Italia. È arrivato il tempo di ribaltare tutto questo, anche (direi innanzitutto) usando la leva dell'investimento, che peraltro può giovarsi di una moneta forte come l'euro. L'hanno capito i liberal-progressisti come Renzi e Calenda? E cos'hanno da dire in proposito? Può farsi sentire Paolo Gentiloni, per cinque anni in Commissione UE con Timmermans&Co, cioè i veri “killer” consapevoli di questa Europa da cambiare? È pronta Elly Schlein a costruire un'altra sinistra o si contenta di polemizzare in Parlamento con interventi a effetto ma di corto respiro? Toc toc: è Draghi che parla, non potete fare finta di niente. Non stavolta.
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