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Fallita a metà la trattativa: Putin e Zelensky non vanno, Trump snobba Istanbul
Oggi 16-05-25, 08:11
Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky non ci saranno. Ma l'incontro tra la delegazione russa e quella ucraina a Istanbul ci sarà. Dopo una giornata di caos, annunci, smentite e accuse reciproche, i team negoziali si vedranno oggi per trattare sulla pace che verrà. Il capo del Cremlino, che per primo aveva lanciato la proposta di un incontro «a tu per tu» con il presidente ucraino in Turchia, ha temporeggiato fino all'ultimo e mercoledì notte ha fatto sapere che non sarà presente a Istanbul. A discutere come porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina ha inviato la delegazione guidata da Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura. Saranno inoltre presenti il viceministro della Difesa Alexander Fomin, il viceministro degli Esteri Mikhail Galuzin e Igor Kostyukov, capo dell'agenzia di intelligence militare russa. Zelensky, che ieri ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara, ha fatto atterrare a Istanbul il Ministro degli Esteri Andrii Sybiha e alti funzionari dei servizi segreti e dell'esercito. Ma lui non andrà. «Se Putin non arriverà, il punto è che non vuole porre fine alla guerra», ha sottolineato. Non ci sarà neppure il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva precedentemente lasciato intendere che si sarebbe recato in Turchia solo se fosse arrivato il Capo del Cremlino. Gli Usa manderanno il segretario di Stato Marco Rubio e gli inviati della Casa Bianca Steve Witkoff e Keith Kellogg. Quello che si annunciava come un incontro storico che avrebbe potuto metter fine alla guerra che si trascina da tre anni è in parte fallito. Anche il Brasile e la Cina, che hanno stretti legami con Mosca, avevano cercato di convincere Putin a partecipare alle trattative dirette. Il presidente russo, oltre a non avere accettato l'invito-sfida di Zelensky, ieri ha annunciato l'estensione fino al 2027 del piano di difesa strategico del Paese. Preparando di fatto la Russia a combattere ancora. «Più che una squadra negoziale, quella russa è una farsa», ha tuonato Zelensky. «Clown senza istruzione», lo ha definito il Capo del Cremlino che ha sottolineato di essere impegnato a seguire un «approccio costruttivo» e che l'obiettivo dei colloqui è «stabilire prima o poi una pace a lungo termine» ed «eliminare le cause profonde del conflitto». Mosca vuole quindi ripartire dalla bozza di accordo preparata il 15 aprile 2022 che prevedeva la trasformazione dell'Ucraina in paese neutrale con il divieto di aderire alla Nato, lasciando comunque porte aperte all'ingresso nell'Unione europea. Nel trattato, da rendere ufficiale il successivo 20 aprile, restava da inserire la città dove Putin e Zelensky lo avrebbero sottoscritto. Ma, per ragioni mai chiarite, è rimasto lettera morta. In quell'occasione al tavolo negoziale, per il Cremlino, c'era proprio Vladimir Medinsky, che ora torna in campo. Non soltanto perché consigliere di fiducia di Putin ma, probabilmente, perché i dettagli di quell'intesa (che rinviava a futuri colloqui il destino della Crimea) li conosce bene. Ora la situazione è cambiata e, forte dei successi militari, la Russia non vuole fare concessioni territoriali. Mentre Zelensky punta all'integrità dell'Ucraina e rivuole indietro i territori perduti in battaglia e la Crimea, annessa alla Russia tramite il referendum del 2014. Altro elemento di contrasto è il cessate il fuoco. Dovrebbe essere permanente per Mosca e temporaneo (trenta giorni) per Kiev. «Nulla accadrà finché io e Putin non ci incontreremo», ha fatto sapere il presidente Usa Donald Trump. Che Zelensky accusa: «Ha fatto più pressione su di noi che sui russi. Non siamo pronti a perdere la vita e la terra». «Continueremo a promuovere e creare tutte le condizioni necessarie per il dialogo», ha sottolineato il Vaticano dopo l'incontro di ieri tra Papa Leone XIV e il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk.
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