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Fanno politica anche sulle stragi: le accuse al governo e alla riforma della toghe
Oggi 02-08-25, 12:20
Anche una delle pagine più dolorose della storia d'Italia, la Strage di Bologna di cui ricorre sabato 2 agosto il 45mo anniversario, viene usata per fare politica, come una clava contro il governo e perfino contro la riforma della giustizia. "Sappiamo bene che gli amici degli stragisti non si collocano solo a destra, perché il partito dei nemici della verità è trasversale, così come era trasversale la famigerata loggia massonica P2. È però un fatto che tutti gli stragisti italiani passarono dal Movimento Sociale Italiano, partito costituito nel 1946 da esponenti della Repubblica Sociale Italiana (allora in gran parte latitanti perché ricercati dalla nuova giustizia della Repubblica democratica), che fino all'ultimo avevano combattuto con i tedeschi contro i partigiani, partito che si collocava apertamente contro la nascente Costituzione nata nel 1947 e ispirata alla lotta di Liberazione", ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage del 2 agosto 1980 dal palco in stazione a Bologna. Bolognesi ha proseguito affermando che "la verità con la 'V' maiuscola di cui parla il ministro Lollobrigida sembra assomigliare a una mistificazione più che alla realtà, a una menzogna più che alla verità. Di recente sono state rese note alcune chat tra due attuali esponenti della maggioranza parlamentare, l'onorevole Frassinetti e il ministro Lollobrigida, in cui riferendosi al processo relativo al 2 agosto, parlano di 'sentenza sbagliata' e il ministro Lollobrigida invita a tenere un basso profilo sulla strage alla stazione, cosicché una volta al Governo avrebbero potuto provvedere a diffondere la 'verità con la V maiuscola'. In effetti, bisogna riconoscere che certi personaggi hanno un solo modo per uscire bene da questa triste vicenda: non parlarne, fare finta di niente, sperare che ci si dimentichi". Una serie di attacchi che non risparmia la premier Giorgia Meloni: "Alla presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa e' il rispetto per le istituzioni, un'altra cosa e' l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare", afferma il presidente uscente dell'associazione che raccoglie i parenti delle vittime della strage a Bologna. "Presidente Meloni - aggiunge - condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici". Come detto Bolognesi fa anche camoagna contro la riforma della giustizia: la separazione delle carriere dei magistrati, "che il governo attuale vuole pervicacemente attuare spacciandola come riforma", era uno dei punti del Piano di rinascita democratica, "progetto golpista della famigerata Loggia" P2 ed era "il preludio ad un controllo dell'esecutivo sulla magistratura", afferma Bolognesi nel suo intervento alla cerimonia di commemorazione della strage di Bologna. E ancora: "Esprimiamo grave preoccupazione per l'articolo 31 del dl sicurezza, che assegna ai servizi di sicurezza una sorta di 'licenza di delinquere' piuttosto preoccupante, data la storia del nostro Paese", afferma Bolognesi. "In pratica, con l'articolo 31 si stabilisce che d'ora in poi nessun uomo dei servizi potrà essere inquisito per depistaggi, esecuzioni e incitamento alle stragi. Sembra un tributo pagato a coloro che avevano sì giurato fedeltà alla Costituzione, ma nei fatti ne hanno preso le distanze cercando di abbattere la democrazia", conclude. A Bologna c'era Anna Maria Bernini, ministra dell'Università e della Ricerca, che sulle parole di Bolognesi ha detto: "Sono rimasta su questo palco dall'inizio alla fine proprio per il profondo rispetto che a titolo personale e come rappresentante del governo nutro nei confronti dei familiari delle vittime dei sopravvissuti alle strage di Bologna e in qualsiasi parte d'Italia e del mondo, vista la situazione. - ha proseguito Bernini - Devo, però, dire che non sono d'accordo, né a titolo personale né come rappresentante del governo e lo sottolineo, non sono d'accordo, con qualunque riferimento fatto dal presidente Bolognesi all'attualità o all'attuale governo. Qualunque collegamento con l'orrore della strage e l'attualità o l'attuale governo - ha ribadito con forza Bernini - lo respingo senza se e senza ma. Il rispetto che devo a titolo personale e come rappresentante del governo ai familiari delle vittime e a tutti i sopravvissuti e ai familiari delle stragi, mi ha tenuto ferma su questo palco perché questa è la democrazia: anche quando non siamo d'accordo, essere sempre presenti e ascoltare con rispetto l'opinione di tutti. Ripeto, sono in totale disaccordo su tutti i riferimenti all'attualità e all'attuale governo".
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